“Che cos’è quello?”
“Dove?”
“Qualcosa si è staccato dal disco del sole”
“Sarà stato un gabbiano”
“No, era molto più grosso”
“... magari un pellicano”
“Ci sono pellicani sulla Costa Smeralda?”
“Temo di no, forse hai ragione”
“Scusami, piccolo. Sarà che mi vergogno un po’ a stare qui”
“Non ti preoccupare, amore. Se fosse qualche elicottero dei forestali
guardoni ne sentiremmo il rumore”
“Non sò, dici che è stata una buona idea provare questa faccenda del
nudismo?”
“Cara, quando arriverai alla mia età ti renderai conto che concetti quali
“decoro” e “dignità” sono assolutamente relativi”
“L’ho visto di nuovo!”
“Stai buona, suvvia. Magari, rimettiti il bikini. Stai tremando, dico, stai
tremando e siamo a trenta gradi all’ombra! Ho letto un articolo in
proposito, su “Scienza Moderna” o forse “L’Ho Visto!”. Pare che proviamo i
brividi di caldo a causa dell’inclinazione peculiare dei raggi solari...”
“Si sta muovendo in cielo, guarda, è davanti a noi...”
“Pare che, nonostante l’alternarsi delle stagioni porti il sole ad una
distanza più o meno fissa dalla Terra, l’inclinazione dei raggi, soprattutto
nelle ore più calde del giorno risulti perpendicolare al suolo. In questo
modo siamo soggetti all’influenza di quei raggi “più lenti” che in realtà
non dovremmo normalmente percepire...”
“Mi stai ascoltando? Ho detto che è davanti a noi, sulla linea
dell’orizzonte. Lo vedi?”
“Macchie solari, protrusioni eoliche, onde elettromagnetiche... quel gigante
luminoso lassù in cielo si diverte un mondo senza che ce ne accorgiamo.
Chissà quali energie e soprattutto di quale entità è capace di liberare
mentre io e te stiamo qui ad abbronzarci...”
“Guarda la barca! E’ sparita!”
“Sparita?”
“Un momento fa era là, accanto a quel catamarano. Adesso non c’è più”
“Ma cosa stai dicendo? Io non vedo nessun catamarano”
“Adesso è sparito anche quello”
“Sei sicura di stare bene? Vuoi qualcosa da bere, magari una coca cola?”
“Piantala di trattarmi come una ragazzina. Ho sedici anni, sai?”
“Scusa, era giusto per chiedere...”
“Oddio, sta venendo qui”
“Dove?”
“Quell’uccello. E’ sott’acqua. Sta venendo verso la spiaggia”
“Può darsi che sia un martin pescatore...”.
“Guarda quella luce sulle onde, allora”
“E’ il riflesso del sole, stupidina”
“Le bolle... guarda le bolle... il mare si sta ritirando.”
“E’ la marea, sciocchina. Vuoi andare sugli scogli? Da là sopra si può
vedere meglio il ritirarsi della marea”.
“Sì, andiamo sugli scogli, ma in fretta. Prima che arrivi qui”.
“Sei troppo seria, rilassati. Guarda quegli sciocchi: stanno uscendo
dall’acqua come se avessero visto la morte. Probabilmente hanno intravisto
la pinna di una ventresca”
“Ti vuoi muovere o no? Ho paura”
“Ehi voi, là in fondo, non c’è mica bisogno di fare tanto chiasso. Perchè
non vi spruzzate l’acqua addosso lontano da qui? Questo è un posto serio!”
“Oddio... quei ragazzi...”
“Cosa stanno facendo con quella rete da pesca? Fammi prendere gli
occhiali, dovrebbero essere nella tua borsa”.
“La borsa la porto io. Adesso andiamo sugli scogli”
“Cara, se non mi dai gli occhiali, non ci vedo a un palmo dal naso. Vuoi
passarmi gli occhiali invece di comportarti da cretina, per la miseria?
(...)
“Scusami. Le urla di questi imbecilli mi stanno facendo innervosire”
“Allora andiamo”
“Sì, ti seguo. Dammi gli occhiali”
“Ecco qua. Troviamo un posto riparato”
“Hai troppo caldo? Eppure sei molto pallida”
“Corriamo!”
“No, sono ancora troppo intorpidito.”
“Facciamolo e basta!”
“Va bene, se insisti... ma spero che dopo ti calmerai”.
“Qui c’è una rientranza. Nascondiamoci!”
“Ma è strettissima... dovremo farci piccoli”
“Non me ne frega un accidente”
“Cosa staranno facendo sulla spiaggia? Sento delle grida, sarà un party,
forse? Dietro questi scogli non vedo niente... torniamo alla spiaggia.”
“No, entra prima tu”
“Uhff... e va bene. Però poi dovrai spiegarmi che diamine ti è preso”
(...)
“Che cosa hai visto? Perchè te ne stai là fuori, impalata?”
“Resta lì dentro, amore. Te ne supplico.”
“Mettetevi all’ombra. Restate al coperto”
“Chi è, cara? Vuoi dirmi cosa sta succedendo?”
“Sono dei ragazzi alla base degli scogli. Si sono nascosti all’ombra delle
rocce”
“Cosa sta succedendo sulla spiaggia?”
“Ti ho detto di stare dentro”
“Madre Santa... penso che... mi sta venendo... un attacco d’asma”
(...)
“Non posso... farci niente... è dall’età di... vent’anni che... ne soffro”
“Fammi spazio. Adesso vedo che ho in borsa”
“Mi sentirei... meglio... se mi dicessi... cosa c’è là fuori...”
“Ora è tutto calmo. Penso si sia allontanato”
“Pensi?”
“Non lo sò. Ci sono troppi riflessi in lontananza. Ci sono quelli della fila
di macchine parcheggiate accanto al chiosco, a circa duecento metri da qui,
poi i riflessi dei vetri delle villette a schiera. Potrebbe essersi confuso
tra quelli.”
“Cosa intendi per “confuso”? Allora è uno solo?”
“Ti ripeto che non lo sò”
“Io non ho sentito niente. Secondo me il sole ti ha dato troppo sulla
testolina”
“Nemmeno io, ma ho visto. Non c’è più nessuno sulla spiaggia, tranne questi
ragazzi qui in basso”
(...)
“Passami la borsetta”
“Hai un’idea?”
“No, ma devo fare delle domande. Ora consulto Il Libro delle Risposte”
“Hai qualche altra a parte fare la strega proprio in questo momento?”
“Vorrei, ma non sono io l’uomo in questa situazione, e comunque... questo
non è “fare la strega”. Questo libro è intelligente. E’ stato a lui a
convincermi ad abortire, l’ultima volta che non ti sei messo il cappuccio.”
“Allora siamo a cavallo...”
“Non fare lo stupido. Cosa gli chiediamo?”
“Se non posso saperlo da te, almeno lo posso chiedere a lui: che cos’è
quell’affare là fuori?”
“Pesco una pagina a caso”
Meglio che tu non lo sappia
“Confortante. Prova tu, cara. Magari, visto che sei donna, con te si
sbottonerà di più.”
“Smettila di fare lo stupido, mi stai dando ai nervi. Lasciami concentrare
sulla domanda: esiste un modo per fuggire sani e salvi?”
Sì
“E qual’è?”
Non fare lo/a stupido/a
“Dipende dal caldo innaturale di questi giorni?”
Sei vicino/a alla soluzione
“Cosa possiamo fare?”
Non pensare a nulla
“Sono tutte sciocchezze. Adesso esco da questo buco e vado a vedere cosa
succede”
“Stai dentro ti ho detto! Penso che mi abbia vista, prima, ma non giuro per
te.”
“Mi serve la coca che ho lasciato nel cruscotto della macchina. Mi sento
debole. Potrebbe venirmi ancora un attacco.”
“Adesso vado a vedere io. Tu promettimi che starai fermo e zitto”
“Promesso. Ti amo”
“Anch’io”
(...)
“Vedi niente?”
“I ragazzi non ci sono più”
“Sono scappati?”
“Spero che abbiano raggiunto le auto. Eppure sono così distanti da qui...”
“Dov’è quel “coso”?”
“Lontano. Molto lontano”
“Lo vedi?”
“Credo. C’è troppa luce”
“Meno male”
“Troppa luce!”
“Cara, ti stai riempiendo di bolle. Per amor di Dio, togliti dal sole”
“Tu mi ami?”
“Certo, piccina. Che cos’hai? Perchè non vieni dentro?”.
“Non mi ami solo perchè sono giovane e carina?”
“Assolutamente no, piccina. Perdonami di nuovo per prima. Mi sono lasciato
prendere dal panico.”
“Non fa nulla. Dovevamo tenerlo il bambino, lo sai? Ti perdono anche per
quello. Ti perdono tutto.”
“Sarà bene che torni qui dentro, sei sotto choc. Dammi la mano e...”
(...)