Kara è un
sorriso, vago e vuoto, il suo corpo un confetto rosa.
Mio è un'ombra, è un manichino, ha spalle piccole e spioventi su cui ricade
un vestito nero e blu dentro cui il suo corpo pare non esistere.
Haiko è la città, occhi al neon, pelle di ferro e vetro, è triste con quel
vestito grigio, come i muri di cemento vicino alle stazioni ferroviarie.
- Allora, da chi cominciamo? Kara?
- Come preferisci, tanto la mia storia è la nostra storia. I nostri destini
hanno sempre seguito strade parallele.
- Vuoi dirmi chi siete?
- Kara, Mio e Haiko. Non sono i nostri veri nomi... Ne abbiamo cambiati
tanti di nomi, neanche li ricordo tutti.
- Avete sempre vissuto a Tokyo?
- Nate e cresciute a Tokyo. Morte a Mosca.
Roger sorrise. - Morte?
- Esatto. Morte. Non ci credi vero?
- Sono qui per crederci. Dove vi siete incontrate per la prima volta?
- Nello studio di Mitsuo Tamagaki.
- Il padrone del mercato della pedopornografia asiatica?
- E di quella più estrema. Il suo era un vero impero, i suoi prodotti non
avevano eguali... Be', a parte quelli di Boris.
- Boris si occupa di altri settori del mercato pornografico, non sono mai
stati davvero concorrenti, altrimenti sarebbe scoppiata una guerra mica da
ridere.
- E' vero. Boris è sempre stato più... Romantico. Tamagaki no, lui era
sadico, violento, brutale. I nostri genitori erano poverissimi, Tamagaki
aveva i suoi reclutatori in giro per i quartieri più poveri di Tokyo,
pagavano un sacco di soldi e ci prendevano solo in affitto per qualche
giorno. Così ci siamo incontrate nel suo studio di registrazione, un vecchio
capannone in disuso giù al porto. Non ricordo quanti anni avessimo allora,
credo che i primi film li abbiamo girati intorno ai quattro o cinque anni.
Aveva una predilezione per i bambini al di sotto dei sei anni, più piccoli
erano e meglio era. Fino ai sei anni si rientrava nel porno estremo, il che
voleva dire cacciaviti, stupri violenti, botte, scene con animali, cose
così. Poi crescendo si passava dalla categoria per sadici a quella per
pedofili veri e propri. Facevamo cose più tranquille, sai, quando hai
passato i sei anni e sei sopravvissuta a tutto quello che ti hanno fatto
prima sei in un certo senso anestetizzata, non senti più nulla.
- Come ne siete uscite?
- Quando siamo entrate nell'adolescenza eravamo... Come dire... Rovinate,
consumate, andavamo a scuola ma non riuscivamo a studiare, non avevamo
amici. I nostri genitori ormai erano diventati ricchi e facevamo tutti una
vita più che dignitosa, però non avevamo prospettive. Passati i quattordici
anni il mercato della pedofilia non ti vuole più. Ci restava solo la
prostituzione e così ci siamo messe a lavorare a Kabukicho, il quartiere a
luci rosse di Tokyo.
- Non potevate trovarvi un lavoro più...
- Serio? No. Quando entri in quel giro non ne esci più. Ci provi a cercare
un lavoro normale, a mettere piede in un ufficio, ma ti senti come un
alieno. Alla fine torni a fare la cosa più comoda e quella pagata meglio.
- E' stato in quel periodo che avete conosciuto Boris?
- Esatto, è stato quando Mio ha fatto il casino.
- Che casino?
- Ho ucciso uno. Non ne potevo più di tutti quegli uomini che arrivavano
sorridendo. Perché dovevano sorridere? Lui era gentile, molto educato, era
come se volesse far colpo su di me. Girare film è molto più semplice, ognuno
ha la sua parte e fa la sua parte. Fare la prostituta è molto peggio, perché
la gente si aspetta da te cose stupide. Ci sono uomini che mentre ti
sodomizzano ti chiedono se ti piace, assurdo no? Ecco, io ero stanca. L'ho
fatto stendere sul letto e l'ho spogliato, lui era così eccitato. - Un
sorriso appare sul suo viso di porcellana, come tracciato dalla sottile
punta di una penna. - Proprio mentre stava avendo il suo orgasmo gli ho
piantato un coltello nella pancia e, mentre gli aprivo il ventre, continuavo
a mormorargli all'orecchio: ti piace? Ti piace?
- Insomma, era nei guai - riprende Kara. - E' stato Boris a salvarci.
Lui era con me, abbiamo sentito gridare nella stanza di Mio e ci siamo
precipitati lì. A quel punto Boris ci ha fatto la sua proposta: andare con
lui in Russia, salvare Mio dalla polizia e diventare modelle. Sapevamo che
c'era qualcosa dietro, ma in quel momento volevamo solo scappare da Tokyo.
- Siete molto unite vero?
- Quando passi la tua infanzia a farti stuprare da tre uomini
contemporaneamente sotto gli obiettivi delle telecamere, lo sguardo di
un'amica è l'unica cosa che ti rimanga per sopravvivere. Noi tre abbiamo
condiviso troppe cose per poterci separare.
- Quindi siete andate in Russia, e lì cos'è successo?
- Abbiamo presto capito chi fosse Boris, quali affari gestisse e che non
cercava comuni modelle. Ma non ci ha costrette a fare niente, ci ha solo
detto che lui aveva una cura per il nostro male, che saremmo potute star
bene... Per sempre.
- Potresti essere più chiara? Di cosa eravate malate?
- Depressione. O qualcosa del genere. In più fisicamente non è che fossimo
messe benissimo, inutile che ti dica che ci drogavamo da bestie. - Le tre si
portano le mani alla bocca soffocando la loro squittente risata.
- E lui vi ha disintossicate?
- Una cosa del genere. Ha una vasta proprietà in mezzo al nulla. In questa
proprietà, oltre che un'immensa casa, ha anche un laboratorio. Finanzia un
gruppo di medici per non so quali progetti. Loro ci hanno messe dentro delle
macchine e poi non so cosa ci abbiano fatto. Lui la chiama devitalizzazione,
non so cosa sia di preciso, chiedilo a lui. Comunque quando ne siamo uscite
eravamo diverse, nessuna droga era mai riuscita a farci sentire così bene.
Non dobbiamo nemmeno più nutrirci, ci alimentiamo con questo - dice
mostrando una bottiglietta riempita con un liquido di un rosso pallido. -
Roba chimica, non so cosa ci sia dentro, non ha sapore, ma permette la
nostra rigenerazione, così non moriamo mai.
- E riuscite a sopravvivere bevendo solo quello?
- Oh no, noi non viviamo, non più. Siamo morte. Morte e poi riportate in
vita.
- Da qui il nome Asian Zombies.
- Tu ridi amico mio. Non credi a questa storia vero? - Roger si gira di
scatto, sorpreso di trovare Boris alle sue spalle.
- Certo che ci credo - dice Roger sghignazzando.
- Ragazze andate, tocca a voi fra poco.
- Finita l'intervista? - Chiede Kara guardando Roger.
- Finita - dice Roger spegnendo il registratore. Le tre ragazze schizzano in
piedi e lasciano la stanza. Roger avverte un certo disagio quando Haiko gli
butta addosso i suoi occhi giallastri.
- Vuoi vedere? - Gli chiede Boris una volta rimasti soli.
Roger annuisce.
Boris lo accompagna lungo il corridoio del primo piano che si affaccia
proprio sopra la platea del piccolo teatro dell'Obscene.
- Così questa è la nuova frontiera del porno. Donne che si mangiano l'una
con l'altra. Niente più torture, escrementi o vomito? - Dice guardando Mio
divorare l'utero di Haiko, addentandolo come una mela matura davanti a
decine di uomini in giacca e cravatta, con le mani dentro i pantaloni e gli
sguardi estasiati.
- Roba passata amico. Se vuoi dominare il mercato devi andare oltre.
- Come ci riesci?
- Manipolando il cervello. Mio padre aveva lavorato ad un progetto pilota
finanziato dal governo sovietico negli anni 60, poi dopo qualche anno senza
risultati i fondi erano stati tagliati. Ma in realtà i primi risultati
c'erano stati, solo che mio padre li aveva tenuti nascosti. E quando è morto
li ha passati a me. Nel frattempo il muro è caduto, il mondo si è aperto, ed
io sono riuscito a diventare abbastanza ricco da poter riprendere quel
progetto e portarlo verso una conclusione. Oggi io so come funziona il
cervello, in ogni sua parte, in ogni suo più complesso meccanismo, so come
attivare i processi di rigenerazione cellulare per non morire mai
definitivamente. Dopo aver creato software in grado di rilevare e codificare
i dati prodotti dal nostro cervello ci siamo resi conto che, anche dopo la
morte, alcune aree del cervello continuano a ricevere impulsi, impulsi che
non derivano più dai sensi ma da qualcos'altro. L'anima viene proiettata in
altre dimensioni, ma continua a restare parzialmente collegata al cervello,
finché non si attua la rottura ed il trasferimento definitivo verso un altro
corpo. Qui interveniamo noi. Riportiamo il cadavere in vita, l'anima rimane
intrappolata nell'altro corpo ma legata al cervello della nostra cavia, in
tal modo noi abbiamo un contenitore privo di anima ma che è in grado di
poter comunicare con un elemento di un'altra dimensione.
- Vuoi dire che l'anima esiste?
- E' scienza amico mio. Attraverso i nostri computer possiamo estrapolare
video ed immagini di ciò che si trova nell'altra dimensione, ma possiamo
anche agire e manipolare quella realtà attraverso il collegamento
cervello-anima della nostra cavia.
- Senza offesa Boris ma non c'ho capito un cazzo.
- Il porno era finito, anche il più estremo, tutto era già stato fatto e
tutto era già stato visto. Io sono andato oltre i confini di questa
dimensione, ho spalancato le porte dell'universo, oggi non c'è più limite a
ciò che puoi vedere, milioni di persone pagheranno e si consumeranno per
guardare pratiche sessuali e violenze che non abbiamo mai immaginato, e
quando saranno in rovina pagheranno per farsi devitalizzare da me così da
non soffrire più, e diventeranno nuovi attori nei miei spettacoli e nuovi
mezzi di comunicazione con l'altrove. I protagonisti del nuovo porno saranno
creature di altre dimensioni, o i riflessi di questa dimensione proiettati
in altre realtà parallele. Potrei mostrarti altri mille Roger Hoster, uguali
a te, ma segnati da destini differenti.
- Finiscila di prendermi per il culo - dice Roger scoppiando a ridere.
- Da quanto ti occupi di pornografia Roger?
- Quindici anni, anno più, anno meno.
- E cos'hai visto di nuovo negli ultimi dieci?
- Praticamente niente.
- Allora tieni - dice porgendogli un biglietto.
- MoscowUnderground.ru... Un sito? E' uno scherzo? Internet è satura di
porno, pensi di impressionarmi con qualche foto o qualche video?
- Dacci un'occhiata. Ma sta attento. E' un viaggio nell'infinito, rischi di
non uscirne più.
- Scusa Boris, ma mi aspettavo di meglio da te, mi hai davvero deluso.
I passi di Boris risuonano nella sala illuminata solo dallo schermo del pc.
- Che mi dici Roger, ti ho davvero deluso?
- Ti prego aiutami - singhiozza Roger senza che una lacrima riesca a cadere
dagli occhi iniettati di sangue. Il suo corpo è piagato, ridotto ad un
ammasso di pelle e ossa, nudo, continua a tenere ancora in mano un pene
gonfio, rosso, livido e scorticato. Ci sono tracce di vomito sulla scrivania
ed escrementi sparsi fra la sedia ed il pavimento.
- Posso liberarti da ogni sofferenza, ma sai qual è il prezzo, ora lo sai.
Vuoi essere sottoposto alla devitalizzazione?
- Sì, per l'amor di Dio, sì, fallo, ti scongiuro.
Boris sospira, estrae una siringa da un astuccio nella tasca interna della
giacca e inietta il sedativo nel collo di Roger, che s'accascia sulla
scrivania dopo pochi secondi. Quindi fa cenno ai due uomini alle sue spalle
di portarlo via.
- Non ti agitare Roger, il tuo spettacolo è appena cominciato. - mormora
fissando lo schermo. Un uomo è legato ad un letto di ospedale, la faccia
coperta da un lenzuolo verde. Facendo attenzione lo si può sentire piangere
sommessamente. - C'è qualcuno? Per favore... -
Haiko è in un angolo, sorride mentre fa schioccare i guanti di lattice.
Un giovane in camice bianco appare alle spalle di Boris e spegne il
computer.
- Mai guardare, se lo ricordi, o dovremo devitalizzare anche lei.
Boris sorride, si accende una sigaretta ed esce per ultimo
dall'appartamento, richiudendo a chiave la porta.