Quando esce di casa,
lo accoglie un vento da gelare le ossa. L’uomo solleva il collo della
camicia e osserva la strada. Sono le nove di sera.
Il quartiere, solitamente deserto, straripa di ombre e risate. Zucche
arancio squillante ricolme di candele fissano i passanti dal riparo delle
finestre.
L’uomo pensa che sia davvero bello, quel giorno dell’anno. Tanti piccoli
mostri giocosi, e bambine addobbate da streghe che scorrazzano per strada,
sfuggendo alla mano degli adulti. Halloween è un tripudio di libertà e
incubi d’infanzia che si animano magicamente. L’uomo ricorda cosa provava da
bimbo, ed è sicuro che molti ragazzini cominceranno ad esplorare le strade
da soli. Conta che anche i suoi piccoli amici facciano altrettanto. Alice e
Mark si sono vestiti da strega e da zombie. Li ha spiati mentre uscivano di
casa, mano nella mano. E’ da un mese che promette loro un sacchetto di
dolci, se verranno a bussare alla sua porta. Spera che ne trovino il
coraggio.
L’uomo si sfrega le mani e rientra. Non riesce a trattenere l’eccitazione.
Ha già previsto tutto. Sa quale dei piccoli terrà più a lungo, in cantina,
per giocare al papà. Sa cosa desidera da Alice, e sogna di carezzare i suoi
capelli biondi.
L’uomo sobbalza. Hanno bussato. Afferra veloce i sacchetti di cioccolatini
che ha preparato e apre la porta.
“Dolcetto o scherzetto!” esclama Alice. Musino d’angelo dipinto di viola e
verde.
Mark ride, animandosi in una mezzaluna rossa e beffarda.
“Scherzetto, scherzetto!” salmodiano i bimbi all’unisono varcando la soglia,
mentre i loro occhi diventano rossi, e i canini sporgenti.
L’uomo cade a terra per lo shock in un intreccio di gambe e tappeto. Piccole
mani di marmo gli sono addosso, e lo tengono giù. Prima che possa gridare,
denti acuminati gli trafiggono la carotide.