Sedeva calmo e
sereno sul tram. Il cielo, nuvoloso e gonfio di pioggia, gli metteva
allegria. I suoi occhi si persero nel vetro semiriflettente che aveva di
fronte. La luce giallognola del tram trasformava la sua immagine in una
sagoma opaca. Sorrise, simulò un pianto, tirò fuori la lingua, mosse le
dita, le spalle, le gambe. Il suo riflesso copiava esattamente ogni
passaggio. D’un tratto si chiese se non fosse lui a seguire i movimenti del
suo “io” nel vetro. Del resto, come poteva sapere chi guidava e chi seguiva?
Come poteva sapere che non era stato lui a essere manovrato come un
burattino per tutta la vita dall’uomo nello specchio?
Si immobilizzò all’istante, era un concetto spaventosamente reale. Distolse
lo sguardo dal vetro, aveva paura di quell’altra persona. Una terrificante
forza magnetica catturò la sua attenzione. Sbarrò gli occhi.
Fu costretto ad aprirli. Di fronte a lui il suo amico teneva una mano alzata. Lottando contro se stesso fu costretto a imitarlo. Il riflesso mosse la mano per salutare e lui dovette seguirlo. L’ombra nel vetro cominciò a strapparsi i capelli e l’uomo lo fece a sua volta. Quell’altro cominciò a grattarsi via la faccia. Soffocato dal dolore sentì la carne lacerarsi sotto le unghie mal curate. Il riflesso sorrise talmente forte che gli angoli della bocca raggiunsero le tempie. Il suo volto cominciò a stirarsi lentamente, man mano che la bocca si deformava e le arcate dentali si dissestavano per seguire la curvatura malata della bocca. Desiderò fuggire a quello sguardo, desiderò sfuggire a se stesso. L’altro scattò in avanti e lui sempre dietro. Il vetro cedette sotto il clamoroso impatto e il volto dell’uomo si cesellò con miriadi di tagli e pezzetti di vetro.
Salve a tutti, mi chiamo Luca Catellani. Sono un ragazzo di sedici anni di Reggio Emilia, da che io mi ricordi ho sempre voluto scrivere (Cit. Quei bravi ragazzi). Come ho da poco imparato la vita è bella per le piccole cose, una canzone dei Beatles, un film di Tarantino, una birra ghiacciata e un bel libro. E' per questo che vorrei scrivere e fare cinema, per far sì che fra una ventina d'anni anche una sola persona possa dire che la sua vita è un pochino migliore grazie a qualcosa di mio. Scusate i sogni di un ragazzo immaturo.