Luca vivace,
manesco, Luca bambino cattivo.
“Il collegio lo formerà” avevano detto.
E infatti aveva funzionato, Luca si era calmato: merito dello psicofarmaco
che le inservienti addizionavano alla colazione all’insaputa dei genitori.
Una mattina Luca ha più fame del solito e divora anche la colazione del suo
vicino di mensa che è indisposto. Doppia razione per Luca, doppio
psicofarmaco.
E’ una bella giornata, i bambini escono in cortile a giocare, le istitutrici
fumano noncuranti in disparte “Tanto sono imbottiti di benzodiazepine, cosa
vuoi che succeda”.
Luca raggiunge quel gruppetto che traffica con sabbia e secchielli
nell’angolo più remoto del giardino, vorrebbe giocare anche lui ma
d’improvviso ha tanto sonno, si sdraia sull’erba e in un baleno
s’addormenta.
Luca incosciente.
Gli altri bambini sono stufi della sabbia e allora “Facciamo un gioco nuovo!
Torturiamo Luca”. Prima gli soffiano in faccia: niente. Allora gli
solleticano il naso, ma lui non si muove. Gli pizzicano un braccio: niente.
Un bimbo gli conficca un ramoscello nell’orecchio, sgorga del sangue ma
tanto Luca ha smesso anche di respirare.
“Impastiamo il sangue con la sabbia e facciamo un castello tutto rosso!”
Però serve tanta sabbia, tanto sangue. Così un ramoscello perfora anche
l’altro timpano, con un sasso gli spaccano il naso, qualcuno estrae un
temperino e la fantasia non ha più limiti.
Luca cadavere.
Oggi è giorno di visite in collegio, la mamma di Luca passeggia per il
cortile cercando suo figlio. Accidentalmente calpesta qualcosa di scivoloso,
rischia di cadere: sotto il tacco ha schiacciato un bulbo oculare dall’iride
chiara.
Luca, bambino dagli occhi azzurri.
Alza lo sguardo inorridita: dapprima scorge i ragazzini sgozzati semisepolti
nella sabbia, poi s’accorge di Luca inginocchiato lì accanto. Lui si volta,
la saluta con una mano, nell’altra stringe le proprie budella.
Un fantasma che sorride con le orbite vuote, Luca.