A.D.H.D.

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2010 - edizione 9

Luca vivace, manesco, Luca bambino cattivo.
“Il collegio lo formerà” avevano detto.
E infatti aveva funzionato, Luca si era calmato: merito dello psicofarmaco che le inservienti addizionavano alla colazione all’insaputa dei genitori.
Una mattina Luca ha più fame del solito e divora anche la colazione del suo vicino di mensa che è indisposto. Doppia razione per Luca, doppio psicofarmaco.
E’ una bella giornata, i bambini escono in cortile a giocare, le istitutrici fumano noncuranti in disparte “Tanto sono imbottiti di benzodiazepine, cosa vuoi che succeda”.
Luca raggiunge quel gruppetto che traffica con sabbia e secchielli nell’angolo più remoto del giardino, vorrebbe giocare anche lui ma d’improvviso ha tanto sonno, si sdraia sull’erba e in un baleno s’addormenta.
Luca incosciente.
Gli altri bambini sono stufi della sabbia e allora “Facciamo un gioco nuovo! Torturiamo Luca”. Prima gli soffiano in faccia: niente. Allora gli solleticano il naso, ma lui non si muove. Gli pizzicano un braccio: niente. Un bimbo gli conficca un ramoscello nell’orecchio, sgorga del sangue ma tanto Luca ha smesso anche di respirare.

“Impastiamo il sangue con la sabbia e facciamo un castello tutto rosso!”
Però serve tanta sabbia, tanto sangue. Così un ramoscello perfora anche l’altro timpano, con un sasso gli spaccano il naso, qualcuno estrae un temperino e la fantasia non ha più limiti.
Luca cadavere.
Oggi è giorno di visite in collegio, la mamma di Luca passeggia per il cortile cercando suo figlio. Accidentalmente calpesta qualcosa di scivoloso, rischia di cadere: sotto il tacco ha schiacciato un bulbo oculare dall’iride chiara.
Luca, bambino dagli occhi azzurri.
Alza lo sguardo inorridita: dapprima scorge i ragazzini sgozzati semisepolti nella sabbia, poi s’accorge di Luca inginocchiato lì accanto. Lui si volta, la saluta con una mano, nell’altra stringe le proprie budella.
Un fantasma che sorride con le orbite vuote, Luca.

Ramona Bacchi