Una luce rossa
tagliò in due il cielo tenebroso.
Lasciò una scia vaporosa dietro sé.
«Che cos’era?»
«Non lo so ma tra poco lo scopriremo... stai dietro me.»
Il bosco si richiudeva alle loro spalle, man mano si inoltravano nell’imbuto
oscuro creato da piante, fogliame e dalla velocità della loro corsa.
Un odore denso e penetrante si avvicinava sempre più. Sbucarono fuori dal
bosco, in una radura. Si bloccarono davanti a quella forma venosa e
vaporosa, alta quasi quanto un albero. Vanessa cacciò un urlo che colse di
sorpresa Claudio che sussultò, raccapricciato.
Nausea crescente. Rimasero immobili per qualche istante guardando quell’uovo
gigante mutare forma rilasciando una sostanza melmosa color bile. Nuvole
d’acqua in piccoli crateri sbocciarono su tutta la sua superficie. Vanessa
si accasciò e vomitò. Claudio prese un sasso e trascinò la sua ragazza
dietro un albero.
Lanciò il sasso verso quella strana creatura, senza prendere la mira,
strattonò Vanessa e cominciarono a correre nell’enigmatico luogo sempre più
buio.
Una presenza solida alle spalle.
La ragazza si sentì afferrare una caviglia dal basso, una presa molliccia
che la trascinò indietro con violenza. Sassi e rami le strapparono la
canottiera e la infilzarono in più parti.
Un senso di vuoto, mescolato a dolore profondo, fino alle ossa.
Un corpo indefinito e un’enorme bocca al posto dello stomaco. Strappò
Vanessa alla presa del terreno facendole saltare tutte le unghie. Un urlo si
perse tra le punte convergenti degli alberi senza riuscire ad uscire dal
bosco.
Angoscia, come tempera nera, una pennellata, due, tre, fino a riempire la
tela.
Il corpo di Vanessa, a pezzi. Una corsa sfibrante verso la luce.
Claudio arrivò alla fine del bosco e sbucò per strada.
Un urlo strozzato.
Muscoli legnosi, cadde sulle ginocchia, piangendo.
Vide decine di quei mostri saccheggiare case e negozi fino all’orizzonte.