L'orribile
sensazione di due lunghi spilloni che le trapassavano il collo, risvegliò
Astrid d’improvviso in quella notte infernale... Il temporale che
cannoneggiava Aquisgrana illuminò la stanza giusto il tempo che potesse
scorgere un essere ossuto, quasi uno scheletro ricoperto di lembi di carne
putrefatta, attorniato dall’untuosa sudditanza di grossi e schifosi topi
bianchi.
L’aveva morsa e lei, completamente paralizzata, non riusciva in alcun modo
ad muoversi. Quel mostro, che brandiva un grosso femore sanguinolento,
glielo scaraventò addosso con una forza inumana. Astrid sentì il volto
frantumarsi come un vaso di terracotta, e udì i suoi denti cadere a terra
quasi fossero stati fagioli secchi.
Egli, tronfio del potere assoluto che poteva esercitare sulla poverina, con
un tono lugubre e rimbombante più degli stessi tuoni, urlò una frase
incomprensibile: AUS-GRU-GRA-GRA-KAU-KI-KRAU!!! Lei capì immediatamente che
altro non era che un ordine perentorio rivolto ai feroci roditori. Il dolore
straziante che provava lasciò subito spazio all’orrore, nel vedere quegli
enormi ratti salirle sul letto e cominciare a morderla dappertutto,
squittendo nervosamente... Un grido interminabile le squarciò la gola!
Intanto migliaia di mosche, spuntate da chissà quale antro dell’inferno, si accanivano sulle sue ferite, ne aveva il corpo ricoperto, le entravano nel naso e in bocca impedendole di respirare. Il mostro, che ora le frantumava il resto delle ossa usando addirittura la sua stessa testa, si disputava coi topi pezzi di quel giovane corpo che dilaniava mugolando... Astrid, con gli arti spezzati e le carni a brandelli emetteva, ora, solo un flebile rantolo di dolore e disperazione... Avrebbe voluto morire, ma sarebbe stato un privilegio troppo grande che l’orrenda creatura decise di non concederle... Gli sarebbe bastato un solo colpo ben assestato, ma crudelmente decise di lasciarlo fare, con estrema lentezza, alla voracità dei topi e al cupo ronzio delle mosche...
Roberto Marzano, poeta e cantautore naif, narratore, insegnante di chitarra e bidello "alternativo", è nato a Genova il 7 marzo del 1959. Una scrittura spesso di denuncia e di protesta, a volte anche cruda, ma non priva di un forte contrappeso ironico sconfinante, talvolta, in una comicità surreale. Ciò non tanto per sdrammatizzare a tutti i costi ma, al contrario, per mettere in luce l’assurdità dei contrasti... Un poetare molto particolare dove si evidenzia la graffiante originalità che lo ha già contraddistinto nel campo della canzone d’autore. Ha vinto il “Premio Nazionale FITEL 2002 - Roma”; la III Rassegna Letteraria “Monte Zignano" 2008 - Genova; la XXI Edizione Concorso Letterario “Don Lelio Podestà” 2010 - Chiavari (Ge) e secondi premi al Concorso Letterario “L’arcobaleno della vita” 2002 - Lendinara (Ro); Premio Letterario “Humaniter” 2004 - Napoli; Concorso Internazionale "Ad un Passo dalla Poesia" 2004 - Tollo (Ch) e al IX Premio di Poesia "STED" 2010 - Modena. Innumerevoli “menzioni”, “premi speciali” e “segnalazioni”. Oltre a essere presente in svariate antologie, è stato pubblicato e tradotto anche in Germania. Ha collaborato con diverse riviste genovesi quali “Gli Altri”; “Maccaja”; “Appuntamento a Genova”; “Mazurka!”, ecc. Come musicista (Roberto Marzano & gli “Ugolotti” e “Small Fair Band”) si esibito in più di 300 concerti.