La chiave fece
un lievissimo scatto nel chiudere la porta del bagno.
I suoi genitori non se ne sarebbero certamente accorti, inebetiti dal
vociare del televisore del salotto.
Con consumata abilità estrasse dal retro dello sciacquone la rivista
patinata. Dalla copertina una bionda naturale ammiccava, delicatamente
appoggiata su di un tizio che pareva gradire particolarmente la situazione.
Si accomodò in posizione consona all'operazione che, come quasi tutti
giorni, si accingeva a svolgere.
-Che bella la gioventù- gli ripeteva spesso la nonna.
Un tubo!
Aveva delle fantasie sessuali enormi. E dei brufoli altrettanto enormi che
gli ricoprivano il viso e che avrebbero disgustato anche la più volonterosa
delle ragazze.
Avrebbe dovuto arrangiarsi.
Dicevano che si diventava ciechi.
Tutte balle.
Ci vedeva come un falco. Forse però il suo compagno di scuola Matteo, con
quei fondi di bottiglia che si ritrovava, aveva esagerato.
Sfoglio il giornalino in cerca d'ispirazione, la trovò a pagina quarantotto.
“Giochi di mano” recitava il titolo. Appropriato.
La foto mostrava un enorme membro maschile avviluppato da una esangue mano
di donna con le unghie acuminate laccate di rosso.
Intrigante.
Il rumore di passi gli fece alzare lo sguardo. La mamma stava andando in
cucina. Poco male, ci sarebbe voluta un'ora prima che la cena fosse pronta.
Avrebbe terminato le operazioni molto prima.
Riabbassò gli occhi sulla pagina ma qualcosa pareva cambiato in quella foto.
Il pene svettava ora, tutto solo, abbandonato dalla stretta gentile. La mano
femminile, spostata verso il bordo della pagina, aveva le unghie vermiglie
in bella mostra e dirette verso di lui.
Improvvisamente la terza dimensione si materializzò su quel foglio lucido.
Cinque frecce rosse si lanciarono contro il suo viso.
Ne sentì entrare una in ogni iride.
Buio.