L'appuntamento era alle nove ma è sempre meglio arrivare in anticipo, per
studiare la zona eccetera. L'aveva conosciuta in chat, come le altre
quattro, dopo circa un mese di dialogo virtuale lei aveva proposto di
incontrarsi. Qualcuno ha detto: in amore è il cacciatore a farsi inseguire
dalla preda.
Lo aspettava davanti al locale, un vestitino bianco ed un paio di occhiali
troppo spessi. Carlo tastò, quasi per scaramanzia, il coltello che aveva
nella tasca. Si salutarono con un bacio sulla guancia. Presero da bere e
Carlo la osservò meglio: non molto alta, una cascata di riccioli castani,
appena larga di fianchi. Le preferiva così, larghe di fianchi, la seconda
era troppo magra e non gli aveva dato soddisfazione. Dopo aveva pensato “è
l'ultima”, poi la fame era tornata a farsi sentire.
Il segreto è farla rilassare, farla parlare, farle raccontare cosa vuole
davvero. Carlo sapeva cosa voleva questa ragazza e sapeva che tra poco
l'avrebbe avuto, come le altre.
Dopo un po' le propose di andare a fare due passi, “ho la macchina proprio
qui dietro”. Entrati nel vicolo sentì che era il momento, la afferrò
estraendo il coltello. Lei voltò la testa di scatto, poi il mondo fu un
lampo rosso. Quando Carlo mise di nuovo a fuoco la sua mano era un groviglio
di ossa e tendini, un dito penzolava attaccato per un lembo di pelle.
L'ultima cosa che vide furono denti affilati come quelli di un qualche
animale.
Entrò in casa, mise il vestitino bianco macchiato di sangue nella cesta
della biancheria ed andò in doccia. Poi sedette nuda, solo un asciugamano
avvolto attorno ai capelli bagnati, ed accese il computer. Sullo schermo
lampeggiava la scritta “Hai cinque nuovi messaggi”.
Mise su gli occhiali e sorrise: Ghul aveva ancora fame.