Tetri segnali

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2010 - edizione 9

Era parecchio tempo che Corinne, la ragazza dai lunghi capelli corvini e la pelle candida faceva strani incubi, troppo spaventosi e contorti per essere generati dalla mente di una ragazzina di soli quindici anni. Vedeva strani riti a cui le sembrava di partecipare compiendo sacrifici e perfino nel dormiveglia, a volte, le sembrava di scorgere strane forme materializzarsi nel buio. Pensava di stare impazzendo com'era successo alla sua gemella, identici occhi di ghiaccio, inspiegabilmente sparita dall'ospedale psichiatrico che l'aveva in cura, per ricomparire solo qualche settimana dopo, sgozzata, in un bosco.
Una notte Corinne si addormentò in preda ad una strana angoscia, un dolore sordo che la consumava. Si sentiva come se miliardi di ragni la stessero divorando, ledendo i suoi organi. Tutt’intorno si respirava un odore di morte e la fievole luce lunare penetrante dalla finestra sembrava alimentare la sensazione di staticità di quell'universo iridescente. Verso l’una si svegliò, sentendo un rumore provenire dalla finestra.

Pensando che vi si fosse schiantato contro qualche volatile decise di avvicinarvisi per controllare... dapprima non notò nulla, poi, accostandosi al vetro, vide delle strane chiazze di sangue colare lentamente sulla superficie liscia, filtrando anche verso l'interno. D’un tratto le ante si spalancarono di colpo, sbalzandola all’indietro, in un tonfo secco e agghiacciante. Dall’apertura iniziò a soffiare un forte vento, così freddo da penetrarle nelle ossa e farla rabbrividire. La porta si chiuse di scatto e ancor prima che si potesse rendere conto dell'accaduto la chiave girò nella serratura. Si sentiva in trappola, non aveva via di uscita. Sapeva che c'era qualcos'altro in quella stanza, qualcosa di così orribile da non poter essere nominato. Paralizzata dalla paura tentò di urlare ma dalla sua bocca uscì solo un gemito soffocato. Quelli che vedeva davanti a sé, giurò, erano i suoi stessi occhi chiari...

Susanna Zandonà

Fin da piccola sviluppa una grande passione per la scrittura e l'arte, soprattutto nelle sue forme più “tenebrose” e “decadenti”. Grazie all’incoraggiamento dei professori della scuola media inferiore “Massimiliano Kolbe” di Lecco, ha modo di partecipare a molti concorsi, letterari e non. A tredici anni riceve la menzione dal Forum Francescanum di Erba (CO) con una recensione per il libro "Stravaganza, la città dei fiori" di Mary Hoffman, espone alcune foto al secondo concorso indetto dalla città di Lecco dal titolo “Spirito e Memoria nei percorsi e nelle immagini” ed ottiene due diplomi City & Guilds Pitman “First Class” Basic Esol in inglese scritto e parlato. Conseguito il diploma di licenza media frequenta il liceo artistico Giuseppe Terragni di Como, in cui si diploma con 80/100. Nel 2009 si qualifica seconda al concorso "Nokia Innovation Camp", con il suo gruppo di ricerca Touch Tech. Attualmente la diciottenne sta cercando di coniugare le sue due più grandi passioni (arte e scrittura) frequentando il corso di Beni Culturali all’Accademia di Brera.