Era
entrato nella vecchia casa abbandonata al tramonto. Freddo e oscurità che
avvolgevano la campagna. Il silenzio della notte che spegneva la vita.
Strane voci circolavano sulla casa. Storie. Eppure i rumori che aveva
sentito le notti precedenti erano insoliti. Sinistri. Ne aveva parlato con
la gente del paese, ma nessuno l'aveva ascoltato. Le donne si erano segnate,
allontanandosi. Gli uomini avevano scosso il capo, come a compatirlo.
Quando varcò la soglia, il pavimento sotto i suoi piedi scricchiolò. Dentro
un buio maleodorante lo accolse. Tirò fuori dalla tasca una candela.
L'accese. Un debole chiarore illuminò quell'ambiente di polvere e rovina.
Una porta sbatté nel silenzio. Al piano di sopra. Passi. Leggeri, sul legno
antico. Si diresse verso la scala avvolta nell'ombra, salendo i primi
gradini, quando una porta si chiuse ancora e l'intera casa sembrò tremare.
Erano solo storie. E rumori. Rumori di una vecchia casa che si sgretolava
nel tempo. Salì. La fiamma della candela che oscillava a un alito inatteso.
Vento. Forse una finestra aperta, là sopra, nelle stanze. Un fruscio, come
d'una lunga veste. Buio. La candela spenta. La mano che cercava altri
fiammiferi in tasca, invano.
Proseguì, cauto. Poi la vide. Bella, opalescente, diafana. Un fantasma che
riluceva nelle tenebre.
Sei tornato, amore mio sussurrò nella sua mente. Ricordi di un tempo
dimenticato si affacciarono in lui, vivi, dolorosi. La casa. Tanti anni
addietro. Era sposato, ricordò d'improvviso. Quella casa. E l'immagine opaca
della donna. Sua moglie. La malattia. Il corpo che si consumava, il volto
giovane trasfigurato dal male. L'oblio.
Resterai con me, vero? Ancora quel sussurro nella sua testa.
"Sì", disse, avvicinandosi all'apparizione.
Poi il silenzio.
Nessuno entrò mai nella vecchia casa. Né fu più visto l'uomo. Ma altre
storie si mormorarono. Quelle di due figure che, di notte, si baciavano nel
buio.