Priscilla ormai è
sveglia.
Si gira sul morbido materasso Bioadat, la cui carezzevole fibra
asseconda piacevolmente i movimenti del suo corpo nudo. Il sottilissimo
lenzuolo termico la avvolge come una nuvola. Gli occhi sono ancora pieni di
sonno, ma la mente ha già cominciato a vagare nel mondo della realtà
quotidiana. La camera è avvolta nella penombra azzurrognola, perfettamente
uniforme, che la sera prima ha creato per conciliare il sonno. Priscilla ha
bisogno della penombra per dormire, ma odia il colore nero. Per questo ha
programmato quella semioscurità tendente all’azzurro. Quel colore per lei è
rilassante. È il suo colore, che ha ammirato la settimana scorsa nel cielo
della Riserva Ameba3, dove si è recata in gita scolastica.
Si stiracchia languidamente, gustando la carezza del lenzuolo termico, che
insegue la torsione del suo busto, le avvolge le gambe, si insinua con
morbide pieghe nell’inguine.
Oggi è il suo compleanno, un giorno speciale.
Chissà se riuscirà a togliersi di dosso quel senso di malinconia che la
accompagna da qualche giorno, da quando è rientrata dalla gita scolastica?
Ha provato un senso di privazione, come se le fosse stato tolto qualcosa di
molto caro, qualcosa di estremamente vitale. In un primo momento aveva
pensato che questo sentimento fosse stato provocato dal distacco da Kevin,
il ragazzo di un’altra scuola, che aveva conosciuto durante la gita. Adesso,
invece, è convinta che la nostalgia riguarda l’ambiente di Ameba3.
Come fa a dimenticare quel paesaggio ameno, quel laghetto circondato da
splendidi abeti, prati fioriti, rocce incrostate di muschio verdissimo, le
cime innevate, e il cielo cristallino?
Scaccia il pensiero e preme il pulsante sotto il guanciale. Con un debole
ronzio fischiante, si materializza davanti a lei la piccola consolle per il
controllo e il funzionamento della camera.
Si mette a sedere ed osserva le spie accese sul quadrante
dell’apparecchiatura. Sceglie la funzione Illuminazioni e seleziona
la voce “risveglio”. Ha ben diciotto possibilità, rigorosamente legate alle
quattro stagioni, molto realistiche nei loro effetti sulla stanza e
sull’anima della persona che la abita. Si decide per la nona possibilità:
Risveglio nella fattoria di nonna Adelina.
L’azzurro si schiarisce e le tenebre del locale si dissolvono lentamente.
Ritornano i contorni della camera e del suo arredamento. Dai pannelli che
chiudono le due finestre a rombo, proviene una nuova luminosità che a poco a
poco assomiglia a quella del sole di una bellissima mattina estiva. Anzi,
sulle superfici dei pannelli, si disegnano forme vaghe di colline in
lontananza e rami di piante mossi da una leggera brezza.
Priscilla sa che, aprendo i pannelli, vedrebbe solo uno scorcio della
megalopoli padana, con le sue geometriche costruzioni di plexiglas, cemento
e acciaio. Ma il pensiero non la disturba più di tanto. Preme un altro
tasto. Si diffonde una musichetta allegra e compaiono i dati riguardanti il
nuovo giorno:
Oggi è il 30 aprile 2109.
Il sole sorge alle ore 6.07 e tramonta alle ore 20.08
Su Mediolano Padano è previsto un tempo nuvoloso, con deboli piogge a
intermittenza.
Lo smog è al livello SALT-13, ma si prevede una puntata a SALT-16. Quindi,
se esci dalle 14.00 alle 17.00, ti consiglio di indossare la mascherina
PLUMB-JUNIOR con bomboletta incorporata all’atmosfera di violetta.
Non indugiare su pensieri troppo malinconici, fai della ginnastica e consuma
ortaggi di stagione. Prodotto consigliato: asparago.
Alla luce del mattino di Nonna Adelina si guarda nello specchio.
Il suo corpo nudo appare in tutta la sua acerba grazia. Infondo le piace. Ha
superato il periodo in cui si vedeva o troppo magra o troppo grassa. Adesso,
per esempio, le gambe non le sembrano così lunghe. I fianchi si sono un po’
allargati ma a tutto vantaggio nell’armoniosità dell’insieme. Il seno è
ancora un po’ piccolo, ma promette di essere un bel seno, alto e sodo. Solo
il naso non le piace: troppo lungo, appuntito e sottile. I capelli, invece
sono una meraviglia: una cascata d’oro che acquista ancora di più quando la
raccoglie in una vistosa coda all’ultima moda.
Ecco che si diffonde la voce della madre, nella camera. – Sei sveglia, cara?
Ogni componente della famiglia può starsene tranquillamente nell’intimità
del suo locale preferito e comunicare, a voce, con gli altri, pronunciando
le parole come se stessero a tu per tu.
Priscilla fa un volteggio, una flessione, riguarda con occhio compiaciuto le
sue nudità e risponde:
- Sì, mamma, sono sveglia. Mi vesto e scendo a fare colazione.
La famiglia Cremaschi è abbiente, di “Livello 8”. Abita in un lussuoso
appartamento di Settore Segrate, disposto su due piani. Il palazzo è di
recente costruzione, situato in una nuova zona residenziale che però è a
poca distanza dagli stabili della Cheng Servizi. Nei paraggi ci sono
anche i depositi della Consorsi Metropolitani, e sul lato destro del
giardino condominiale comincia uno dei sette grandi autoparcheggi del
Supermegamercato Kastor.
- Intanto ti auguro buon compleanno – dice ancora la voce della mamma.
- Grazie – cinguetta Priscilla, infilandosi le mutandine.
Dopo aver fatto colazione in compagnia della cucina
parlante NAT-rb, Priscilla torna nella sua cameretta per scrivere una
pagina di diario. Di solito scrive la sera, prima di coricarsi, ma questa
mattina è vacanza, ha tutto il tempo a sua disposizione. E poi sente il
bisogno di confidarsi con qualcuno.
In un primo momento ha pensato di parlare con la mamma. Lo ha fatto
attraverso la comunicazione intercamerale. Brevi parole per sentirsi dire
dalla mamma che è molto occupata e che in mattinata dovrebbe arrivare il
regalo per il compleanno.
Accende il suo computer e si mette a scrivere.
Il regalo più bello che mamma e papà potrebbero farmi è di andare a
vivere in una Riserva, come Ameba3. Adoro tutti gli elementi del paesaggio
alpino: i laghetti, le foreste di conifere, i prati scoscesi, le cime
innevate, le mucche al pascolo, i ruscelli gorgoglianti e i cespi di
rododendri. Tutte cose che ho studiato in scienze e in geografia, ma che ho
anche visto di persona durante l’ultima gita scolastica. Sarebbe bello
vivere in una di quelle riserve, dove l’aria è pulita e la vita scorre
tranquilla, in confortevoli abitazioni che rispecchiano l’antica
architettura montana. Purtroppo la mia famiglia non può, per il momento,
vivere nella riserva. Per chiedere il trasferimento in un posto simile
bisogna appartenere almeno al “Livello5”. E anche coloro che sono più ricchi
devono rispettare una certa graduatoria.
Cerca di esprimere le sue impressioni avute durante la recente gita, la
gioia di ritrovarsi con un simpatico ragazzo di nome Kevin. Riesce perfino a
rendere lo stato d’animo di rimpianto e di malinconia che la pervade da
qualche giorno a questa parte. Conclude dicendo a se stessa che il suo più
grande ideale è quello della vita naturale e che la sua grande aspirazione è
quella di andare a vivere in una Riserva come Ameba3.
Il cicalino avvisa che sta arrivando una video chiamata.
È Ilona, una sua amica. Appare seduta sul letto sfatto della sua cameretta,
con le gambe nude, mentre sta dipingendo le unghie dei piedi. Da un orecchio
le pende il filo dell’auricolare.
- Buon compleanno, Priscilla!
- Grazie, Ilona.
- Che cosa stai facendo?
- Sto scrivendo a me stessa.
- Diario?
- Sì.
- Che tenera!
- Che lacca stai usando?
- Vernicel di Donna Rosa
- Wow! - Partecipi alla mia festa?
- È per questo che ti ho chiamata. Per sapere l’accesso di collegamento.
- Vorrei fare la festa a casa mia.
- Vorresti farla live, la festa?
- Sì.
- Nel senso di trovarci in dieci in un locale?
- Come si faceva una volta.
- Ma i tuoi cosa dicono?
- Non glielo ho ancora chiesto.
Ilona ha smesso di truccarsi e ora guarda nell’obiettivo. Sorride. - È solo
una tua speranza. Vedrai che i tuoi genitori non sono d’accordo.
- Ma io vorrei...
- Tu sei un po’ antichista! La festa con il collegamento audio e video dà
maggiori possibilità. Quando si è a tu per tu, si rimane distratti da tante
cose.
- Ma potreste portarmi il regalo con le vostre mani.
- Per via elettronica, il regalo viene descritto meglio. Quando è il mio
compleanno mi piace aspettare il robot postino che me lo porta a casa il
giorno dopo.
- Sarà.
Ilona raccoglie le gambe, butta indietro i capelli. – Ti è passata la
nostalgia di Ameba3? A me non è mai venuta.
- Stavo cercando di dirlo a me stessa, scrivendo.
- E ci sei riuscita?
- No.
- Non stare in pena. Ti richiamo.
- Per che cosa?
- Ma per il collegamento, no? Oppure per sapere se devo venire di persona.
- Va bene.
- Ciao Priscilla.
- A presto, Ilona.
Quella sera, Priscilla si ritrova nella sua cameretta.
È stanca, ma contenta. La nostalgia per i paesaggi della lontana riserva si
è stemperata. Ogni tanto lancia un’occhiata al regalo di suo padre, che se
ne sta in un angolo vicino a una delle due finestre romboidali. La giornata
è stata frenetica. Prima la richiesta di fare il compleanno live. Poi la
rabbia per il categorico rifiuto ella mamma. Ma quando è arrivato il regalo
di papà tutto si è sistemato. Non stava più nella pelle, vedendo quel regalo
che la riportava concretamente fra i boschi della Riserva, profumati di
resina e di muschio.
Così si è lanciata nella festa on line con un’allegria davvero invidiabile.
Tutti l’hanno lodata e ammirata, e sono rimasti meravigliati per quel regalo
insolito e grazioso.
Ilona ha esclamato:
- Che tenero! Mi piacerebbe averne uno.
Priscilla avrebbe voluto darle l’indirizzo dove era stato acquistato, ma
ovviamente non lo sapeva. Si mette davanti allo schermo e alla tastiera. Ha
sentito il desiderio di scrivere ancora qualcosa sul suo diario.
Con il regalo che mi ha fatto papà, mi sembra di stare in un bosco della
Riserva. È il più bel pensiero che poteva farmi. Papi mi capisce, più della
mamma. Ha capito che io vorrei vivere in una Riserva piena di cose belle, di
aria pura. Ha capito che faccio fatica a vivere in questa megalopoli. Quando
tornerà dall’Australia, lo abbraccerò e lo bacerò con tutto il mio affetto.
Lui è un grande ingegnere. Corre per il mondo, spinto dalla necessità del
lavoro. Ha tanti impegni. Io vorrei che stesse un po’ più con me e con la
mamma, ma capisco che la sua vita indaffarata mi permette di vivere
agiatamente. Guadagna molti soldi e potrebbe anche passare di livello.
Dopo avere scritto il suo diario, Priscilla si spoglia. Premendo un
pulsante, trasforma le finestre romboidali in pannelli che produrranno, al
mattino, l’atmosfera luminosa che meglio gradirà per il risveglio, e, tutta
nuda, si avvicina alla gabbia dell’uccellino che suo padre le ha regalato. È
di un amore indescrivibile. Giallo, con un capino delizioso, da cui spunta
un beccuccio argentato, con due zampette nervose che si aggrappano al
trespolo.
L’uccellino ha saltellato tutto il giorno, passando dal trespolo al fondo
della gabbia. Ogni tanto si aggrappa alla parete e cinguetta in modo
delizioso.
- Dovrai stare nella penombra, questa notte – gli sussurra Priscilla. –
Spero che ti piaccia l’azzurro. È il mio colore preferito. Domani mi
sveglierai con il tuo canto, vero?
L’uccellino adesso è perfettamente immobile. Non muove più la sua testolina
graziosa. Se ne sta aggrappato al trespolo e sembra che ascolti la sua
padroncina.
- Forse capisci quello che ti sto dicendo... - Ma un sospetto atroce
comincia a farsi strada dentro di lei.
Da un bel momento l’uccellino è immobile, troppo fermo per essere quella
creatura vivace dei boschi e dei cieli limpidissimi. Allora Priscilla apre
la gabbietta. È agitata, nervosa, e nell’armeggiare con lo sportellino
scuote la casetta del suo piccolo amico. L’uccellino si stacca dal trespolo
e cade rigidamente sul fondo.
Priscilla lo afferra e nota che una zampetta non sembra bene attaccata al
resto del corpicino piumato. Allora tira la zampetta e si accorge che
dall’interno emergono due fili plasticati.
Nel mondo di Priscilla, un uccellino per regalo, non può essere che un
uccellino meccanico.