Dove c'è fumo

... e capirai di essere prigioniero di una trappola temporale, priva di inizio e di fine, e il fumo ti ossessionerà per l’eternità. E ricorderai in che modo tutto è incominciato, sentirai di nuovo il caldo della sera estiva. Camminerai senza una meta precisa, in quella località balneare movimentata e piacevole. E sarai già alla sesta Marlboro e il fumo ti scivolerà nei polmoni, con il suo fuoco carezzevole, e ti donerà un lieve capogiro. Ti godrai il sapore della sigaretta, incurante del cerchio alla testa che ti tormenta, del respiro affannoso, delle sensazioni che ti infastidiscono. Improvviso come un’onda che si infrange sugli scogli, il discorso del tuo medico ti penetrerà la mente. Non baderai agli avvertimenti sul numero eccessivo di sigarette che fumi, sulla nicotina che fa male. Sorriderai e ti guarderai intorno. Fisserai i locali affollati, i tavolini all’aperto occupati da uomini e donne vocianti. Ti concentrerai in particolare sulle ragazze. La bellezza, la vitalità, la gioventù dei corpi femminili ti ammalieranno e allora, continuando a fumare, ti dirai che sei qui per rilassarti. Per divertirti. Per vivere un’avventura, possibilmente.
Ti siederai a un tavolo e penserai, per fortuna non siamo al chiuso, non ce la farei a non fumare, non in questo istante. Ma ti accorgerai che la Marlboro è finita. Non ti sentirai soddisfatto e avrai voglia di accendertene un’altra. E sarà in quel frangente che ti bloccherai. Perché la vedrai.
La ragazza seduta nelle vicinanze. Sola e provocante, con la t-shirt aderente; la minigonna e le gambe accavallate, che ti faranno pensare a un’attrice abbandonata inspiegabilmente dai fans; e il viso dai lineamenti regolari; gli occhi luminosi, disumani, abbelliti da luce ipnotica; labbra turgide al burro cacao adatte al sesso orale; e i capelli ricci e scuri che la renderanno simile a una strega sensuale. Lei ti sorriderà, concentrandosi sulla tua mano tremante, forse per il desiderio che si insinuerà nella tua anima. Con voce musicale e ammaliante, ti dirà: “Scommetto che stai per fumarti la settima sigaretta della serata.”
“Cosa?” le chiederai, stupito dal suo acume.
“La sigaretta, intendo. Te ne sei già fumate sei, no?”
“Come fai a saperlo?”
“So un sacco di cose.”
“Io mi chiamo Mario. E tu?”
“Non chiamarmi. Non ti conviene.”
Non ti curerai della minaccia implicita nella risposta e la voglia di fumo prenderà il sopravvento. Te ne accenderai un’altra e dirai: “So che si tratta di una pessima abitudine. Ma non posso farci nulla.”
“E perché?” ti domanderà la sconosciuta.
Assaporando il fuoco nei polmoni, rifletterai sulla domanda; ma poi ti limiterai a fare un gesto vago. Intanto, un cameriere si avvicinerà e ti chiederà cosa vuoi. Tu ordinerai un cocktail Negroni, per un istante consapevole della folla di turisti che, intorno a te, ridono e bevono incuranti del rischio imminente. Perché tu lo percepirai, anche se non sarai in grado di definirlo. Poi ti rivolgerai allo splendido pezzo di femmina (che non smetterà di fissarti) e le chiederai: “Che posso offrirti?”
“Un Cuba Libre.”
Il cameriere prenderà nota delle ordinazioni e si allontanerà e farai un cenno alla ragazza. Lei ti raggiungerà, sedendosi al tuo tavolo; con degnazione, però; come una padrona crudele che si abbassa ad intrattenersi con lo schiavo prima di essere flagellato.
“Sei in vacanza?” ti domanderà.
Anche se confuso dal suo profumo sexy, che si mischierà al sentore del fumo, dirai: “Sì. Da una settimana.”
“Qui ci vengo spesso.”
“Sei in vacanza anche tu?”
“Per così dire... sai una cosa sul fumo?”
“No. Cosa?”
“Vedi, dove c’è fumo si nasconde... niente. Lascia perdere.”
“Ma...”
“Non capiresti. Comunque, il fumo è dannoso. È uno strumento.”
“In che senso?”
“E’ lo strumento di forze cattive. Distrugge le percezioni. Perché nel fumo si cela... qualcosa. Ma, ti ripeto, è meglio lasciar perdere. Per ora, almeno.”
Ti scapperà da ridere. Perché la considererai pazza. Ma non replicherai e penserai che, se giochi bene le tue carte, ti potrai divertire. Intanto, il cameriere porterà le bevande. Lo pagherai con fare disinvolto. Lei sorriderà e sarà allora che vedrai di nuovo la luce negli occhi. Ti ecciterà. E ti spaventerà. Spegnerai la sigaretta e ti guarderà con approvazione, prima di bere il Cuba Libre con gesti eleganti. Concluderai che vuole sedurti, alla sua maniera, e tu, compiaciuto, deciderai di stare al gioco.
Anche tu ti metterai a bere e poi le chiederai: “Sei sola?”
“Siamo tutti soli” ti risponderà.
“Intendevo dire...”
“Lo so cosa intendevi. Non ho un fidanzato. O un marito. O un accompagnatore. In qualsiasi modo tu voglia chiamarlo.”
“Ma è impossibile. Come fai a non avere corteggiatori?”
“Non è ciò che ti ho detto. Di quelli ne ho a camionate.”
“Però...”
“Però sono sola. Perché? È ovvio. Fumano tutti. E nel fumo, te lo dico per l’ennesima volta, si nasconde qualcosa... che ti indebolisce.”
“Io non sono debole.”
Un soffio di scirocco ti sfiorerà i capelli, facendoti sudare, e stimolando di nuovo le voglie. Anche se sentirai di commettere un passo falso, ti accenderai l’ennesima Marlboro.
“Scusami” dirai, imbarazzato.
Lei alzerà gli occhi al cielo, con un sorriso che non avrà la minima parvenza di calore umano, e poi dirà: “Come volevasi dimostrare. Siete deboli. Tutti quanti. Colpa del fumo.”
“Ti ripeto che non sono debole” replicherai, stizzito, dopo un paio di tirate. “E te lo posso provare.”
“Sei diretto.”
“Quando è necessario.”
Lei si alzerà, spavalda come una ragazzaccia, e tu guarderai i suoi seni, e il fumo e il caldo ti contamineranno il cervello; provocatoria, ti dirà: “D’accordo, allora. Dimostramelo. Casa mia non è lontana. E stasera non mi va di andare a ballare da qualche parte.”
La seguirai come un cagnolino e, durante il percorso, non parlerete molto. Una parte di te ti suggerirà di fare attenzione, ti sussurrerà che dovresti andartene, che non è ciò che sembra, che non è troppo tardi per tornare indietro; ma un’altra parte, vittima dell’incanto, del fumo e del desiderio, ti sfiderà, dicendo che dovrai andare fino in fondo, se ne avrai il coraggio. Arriverete in una grande casa, proprio nell’istante in cui finirai la sigaretta, e, una volta dentro, vedrai statue di angeli. Simili a spiriti perduti, ti affascineranno con le loro ali spiegate. Appesi ai muri, quadri raffiguranti donne vestite di scuro e dall’espressione maliarda, giovani efebici e perversi e demoni dagli occhi di fuoco che emettono fumo dalle narici (e che ti faranno pensare a quello delle sigarette) ti metteranno in agitazione. Tranquillamente, mentre ti preparerà un drink, la sconosciuta dirà: “Nel 1604, quando il vizio del fumo si diffondeva in tutto il mondo occidentale, Giacomo I fece distribuire un libretto che lo condannava.”
“Davvero?” chiederai, accendendoti un’altra sigaretta e iniziando a fumare, senza badare al cocktail che la ragazza ti porgerà.
“Davvero. Definì l’azione del fumare ‘un costume detestabile alla vista, odioso per il naso, dannoso per il cervello, pericoloso per i polmoni’. E aggiunse che ‘il fumo nero che produce somiglia all’orribile fumo stigio dell’infernale pozzo senza fondo’.”
“Sinceramente, di Giacomo I me ne frego.”
Lei poserà il bicchiere su un tavolo e, senza sorridere, si avvicinerà, puntandoti addosso occhi fosforescenti, e scoprirai, terrorizzato, che non potrai più muoverti.
“Per certi versi, Giacomo I aveva indovinato. Sai, dove c’è fumo... c’è il diavolo. E l’angelo caduto lo usa per confondere e ingannare i deboli. Non si limita a contaminare il corpo. Distrugge le percezioni, imprigionando poveri malcapitati in un labirinto psichico. In una dimensione priva di passato, presente o futuro. Tutto diventa circolare e infinito. Come un serpente che si morde la coda. E stasera il diavolo te lo dimostrerà.”
La sigaretta ti cadrà di mano; ma non ci penserai, sconvolto dalla consapevolezza di essere finito in trappola. Lei ti bacerà. E la sua lingua saprà di fuoco. Il fumo degli abissi infernali ti farà impazzire, scivolandoti dentro, corrodendo pensieri ed emozioni, incenerendoti l’anima. Cercherai di gridare, inutilmente. E comprenderai che il vizio delle sigarette ti ha portato alla perdizione. Tale certezza ti farà sprofondare nelle Malebolge della follia perenne. E quando, alle prime luci dell’alba, ti troveranno delirante e tremante, in riva al mare, e ti faranno domande, non riuscirai a rispondere. Non penserai al passato, al presente o al futuro. Sentirai le sue parole, ‘dove c’è fumo’... e capirai di essere prigioniero di una trappola temporale, priva di inizio o di fine, e il fumo ti ossessionerà per l’eternità. E ricorderai in che modo tutto è incominciato, sentirai di nuovo il caldo della sera estiva. Camminerai senza una meta precisa, in quella località balneare movimentata e...

Sergio L. Duma