In piedi, ai confini della città intenta a gozzovigliare, fisso atterrito il cielo cupo, opprimente, sovrastato da una Luna che trasuda sangue, mentre turbinii di sabbia s’innalzano dalle dune, sospinti da un vento inesistente. E' il Soffio dei Dannati, venuti a razziare le nostre anime. Li sento già brulicare nella città come vermi in un arto in cancrena.
Oddio, l’ultimo Giusto é morto e per noi non vi sarà alcun perdono. Presto
pioverà fuoco e all’alba di noi non rimarrà altro che polvere e l’eterno
ricordo di un’empia città.
Tra poco sarò consumato dalla pece ardente...
Che siano tutti maledetti!