A volte stare alle
sue dipendenze mi fa rabbia.
A volte sono grato: ha concesso a un mostro come me il potere metamorfico.
A volte ho la geometria regolare d'un cristallo, o l'infiorescenza semplice
d'una spiga.
A volte, l'avvenenza d'un adone o d'una ninfetta, o ancora, la spessa
corazza d'un vecchio.
Come discerno?
A volte è un eccesso, una mancanza, un pregio o un difetto, ad avvincermi i
sensi.
Il più delle volte, però, lascio ai vostri la libertà di scegliermi. Così,
quando la morte batte cassa, è a cuor sgravato che la mia voce levandosi
dichiara un definitivo: Te.