Siede ad una
scrivania. Scrive le sue memorie. Non ha tempo, perché la “cosa” nella
stanza accanto cresce. Il respiro è più concitato, eppure sente una
lacerazione e un liquido che scorre sul pavimento. Si blocca e la porta si
spalanca: un bozzolo appeso al soffitto, un uomo come lui siede ad una
scrivania. Guarda dentro ai suoi/propri occhi e capisce/ricorda. Sull’altra
parete un’altra porta si spalanca su infinite stanze ai cui soffitti sono
appesi infiniti bozzoli. Guarda sopra di sé e vede un bozzolo. Cerca di
urlare, consapevole infine del suo eterno castigo, ma...
... siede ad una scrivania...