Don.
Il suono della campana squarciò il silenzio col suo tono cupo, giungendo
inatteso.
Affacciandosi al balcone, lui guardò il campanile lontano, immoto e
silenzioso.
Al terzo rintocco, aveva detto la zingara, ma lui non le credeva, perché
avrebbe dovuto? Non aveva nulla da temere da sciocche superstizioni.
Certo, sentiva un po' di rimorso, ma avrebbe dovuto essere lei a tenere
ferma quella bambina lurida, impedendole di andare in strada. Se l'avesse
fatto, nulla sarebbe accaduto.
Don.
Levò gli occhi al cielo. Da dove giungeva il suono? Non riusciva a capirlo.
Con la coda dell'occhio scorse un movimento dietro di lui, nella stanza poco
illuminata. Le ombre parvero addensarsi alle sue spalle in una forma
piccola, curva e lacera che avanzava lenta... cos'era?
Doveva essere un gioco di luci, uno scherzo della mente... di certo non
poteva... eppure sembrava avvicinarsi, tendendo verso di lui una piccola
mano, al termine di un braccio distorto e spezzato, come quello...
Istintivamente si ritrasse nell'unica direzione possibile, colpendo con
forza la ringhiera all'altezza delle reni, sentendo la terra mancargli da
sotto i piedi.
Il tonfo del suo corpo sull'asfalto risuonò più forte di quel terzo rintocco
che non giunse mai.
Impiegato, traduttore e programmatore nella vita, scrittore a tempo perso. Quarto classificato del concorso per racconti brevi "500 Gocce d'Inchiostro", edizione 2008, con il racconto "Scacco Matto". Nel 2008 autopubblica una raccolta di tre romanzi brevi interconnessi con le edizioni LULU.COM, intitolata "Trittico Oscuro". Undicesimo classificato nel concorso VAULTS 2008 con il racconto "Cenerentola".