Tutto
iniziò da quella frase: Importanti clienti hanno trasferito le posizioni alla
concorrenza.
Promozione sfumata.
Il suo proverbiale riserbo divenne cupa diffidenza, infine odio. Vampate di rancore
salivano impetuose come onde anomale, sfociando nellimpulso irrefrenabile di
sfasciare ogni cosa. Inveiva contro tutti. Non si rese conto che in quei momenti il suo
fiato si trasformava in una nebbiolina fredda e malaticcia che per qualche attimo
svolazzava nellaria, infine veniva come risucchiata nei tanti buchi e segni sulle
pareti dellufficio, martoriate dagli oggetti scagliati con inaudita violenza. Nella
sua mente erano i corpi dei clienti e dei colleghi che si sfracellavano contro il muro; si
divertiva nellimmaginare il mucchio di carne, ossa e sangue e rideva sguaiatamente
mentre pensava di prendere a calci le loro teste.
Dopo lennesimo scatto dira si abbandonò esausto sulla poltrona, come se
lentamente si dissanguasse, la mente affollata da orribili immagini. Percepiva un brusio,
lontano e minaccioso, un suono ovattato simile al digrignare dei denti di un mostro in
agguato.
Con un rumore agghiacciante la porta dellufficio si chiuse come sospinta da un
uragano.
Dalle pareti, come ubbidendo ad un segnale invisibile, uscì, con un soffio di morte, un
fumo nero che si ammassò sopra di lui, avvitandosi e vorticando fino ad assumere la forma
di un uccello con ali gigantesche che lo avvilupparono completamente. Non vide mai più
nessun colore e lultimo suono che ascoltò fu lo scricchiolare del suo corpo avvolto
dalle ali nere che lentamente, ma con forza sovrumana, spezzavano le ossa fino a ridurlo
in poltiglia sanguinolenta.