Lisa è
accanto a me, la guardo nella penombra creata dalla luce che si fa strada tra le persiane
socchiuse.
La osservo sdraiata, con gli occhi chiusi, quasi sorride, forse sta sognando.
I neri capelli che lavvolgono, sembrano le ali di un angelo caduto, oppure serpenti
che si divincolano dalla testa di una Gorgone.
I suoi seni, così rotondi, la curva del corpo che sembra disegnato dallacqua, così
fluido, quasi inumano, nella sua perfezione.
È lì, accanto a me, la sto osservando, mentre le luci della strada cominciano a lasciare
il posto a quelle del nuovo giorno.
Ora, un raggio di luce investe di strani colori, che virano al rosso.
Soltanto ora mi accorgo, di quella macchia proprio in mezzo a quei seni perfetti, che si
allarga, e cola come un orologio molle di Dalì, fin sopra il lenzuolo.
Io stringo i pugni, per non pensare, ma qualcosa nella mano destra mimpedisce di
farlo: un oggetto.
Qualcosa che è estraneo a me, al mio corpo, come fosse caduto dal cielo.
Ora, nelle mie mani, un coltello dalla lunga lama, che era entrato tra quei seni più di
una volta.
La guardavo, ormai gelida, ma come se dormisse, i miei occhi non riuscivano a lasciarla,
mentre la disperazione aumentava fino alla nausea.
Qualcosa nel mio cervello era scattato, ed io, avevo ubbidito a quel sordido ordine.
Avvicinai il mio viso al suo, cercavo ancora in lei un alito di vita, ancora colore in
quel pallore spettrale, un movimento sottile in quelle membra, calore invece di gelo.
Lei allora, spalancò gli occhi e con un guizzo fulmineo si lanciò alla mia gola, la
squarciò più volte, prima che il nero velo mi cogliesse.
Presto anchio mi sarei risvegliato, accanto a lei nel letto, ma non sarei stato mai
più umano.
Maurizio Ganzaroli nato nel 1969 a Ferrara si dedica ormai da 30 anni alle più diverse tipologie di arte, avendo spaziato tra musica, pittura, poesia, e scrittura di racconti brevi, di vario genere oltre che il genere horror o fantastico.