Sono
cosciente da pochissimi secondi e immediatamente avverto un dolore troppo forte e
insostenibile lungo tutto il corpo per stare calmo senza chiedermi che cosa mi sia
capitato.
Il bruciore è così acuto da farmi scordare il mio nome, a ogni più piccolo movimento
sento il bisogno di dover vomitare, senza contare che lunico sapore che predomina
nella mia bocca è quello del sangue fresco.
La sala in cui mi trovo è quasi buia, tranne un leggero raggio di sole che mi batte
fastidiosamente sugli occhi.
Passa attraverso una fessura nel muro, così sembra... non ho tanto tempo per pensare,
perché latroce sofferenza mi lascia ben poco spazio anche per capire chi è quella
persona che mi sta fissando in fondo alla stanza.
Non sono solo.
Proprio come me se ne sta immobile con lo sguardo vitreo, anche lui ha gli occhi
illuminati dalla luce di un piccolo spiraglio.
Cerco di parlargli, ma le fitte che mi attraversano la faccia sono lancinanti, è come se
avessi le labbra incollate, non riesco a formulare nessuna domanda.
Lindividuo non si muove e continua a fissarmi.
Mi decido a reagire e urlando con tutta la mia forza, mi alzo in piedi.
Sto malissimo, voglio uscire da questa situazione.
Qualcosa sfiora la mia testa, sembra una catenella, la tiro e si accende finalmente una
lampadina.
Un grande specchio riflette lorrenda immagine del mio corpo completamente scuoiato,
ogni centimetro della mia pelle è svanito e con orrore mi accorgo che stavo semplicemente
osservando i miei occhi nel buio.
I muscoli insanguinati sono ben visibili sotto il gelido riverbero della lampada.
Cado a terra e vedo me stesso strisciare di schiena sul soffitto.
I bulbi oculari sono enormi, striati e violacei, la bocca dilatata a dismisura.
È chiaro che la mia epidermide sta rivestendo unagghiacciante creatura.