Solo un sogno

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Aprii gli occhi. La vista era annebbiata, il fiato affannoso. Ad ogni respiro una fitta lancinante al costato. Mi guardai attorno: ero legato, mani e piedi, su una sedia, in camera mia. Una donna sedeva sulla scrivania, un uomo sul mio letto. Entrambi mi osservavano; entrambi aspettavano. Ma cosa? Sentii un tonfo provenire dalla cucina. Il fiato mi mancò. Un ghigno comparve nel volto dei due estranei; un ghigno che rivelò lunghi e affilati canini. Un urlo dalla sala. La mia famiglia!
Durò solo un secondo, quanto un battito di palpebre. Quando riaprii gli occhi una strana forza mi possedeva, una rabbia mai provata prima. Urlai con quanto fiato in gola.
Grida di terrore venivano dalla sala, al piano sottostante. Tirai con quanta forza riuscii a trovare, nel tentativo di rompere quelle corde. Mi ferii, ma mi liberai.
Loro mi si avventarono addosso. Mi divincolai, presi la mazza da baseball appesa al muro e la brandii nella loro direzione come una furia. “LASCIATELI STARE!” urlai. La mazza si schiantò contro un cranio che non oppose alcuna resistenza; scricchiolò e assunse una posizione innaturale, inerme. La donna mi assalì, furiosa, disarmandomi.

Dovevo allontanarla e correre dalla mia famiglia. Le afferrai il volto; le azzannai una guancia tanto forte da staccarle un lembo di carne, sentii il sapore metallico del sangue in bocca. Ebbi un conato. Deglutii e corsi di sotto.
Uno di loro era su mia sorella. Mi guardò. Rise: ”Ora sei uno di noi.” Mi scaraventò addosso mia madre. Ebbi l’impulso di addentarle il collo. - CACCHIO - pensai. La spinsi delicatamente contro le parete. Nei suoi occhi terrore cieco. Mi piegai su di lei, sfiorandole il collo. Afferrai il pugnale appeso alla parete e mi trafissi il cuore. “Mai!”, sussurrai.
Un urlo dal piano sottostante mi svegliò in piena notte...

Nicoletta Salvi

Sono nata il 21/01/1984. Dopo aver frequentato delle ottime "elementari" con laboratori di informatica, cucina, arte e aver partecipato alla redazione di un giornalino, ho frequentato "medie" superflue ed un liceo scientifico dove molti professori erano riusciti a rendere accattivanti le loro materie. Durante gli anni di liceo il dilemma su quale facoltà percorrere si è verificato più arduo del previsto: seguire le orme di famosi scrittori studiando lettere o giurisprudenza o seguire la passione per le materie scientifiche buttandomi in corsi di chimica o biotecnologia, oppure sviluppare la passione per l’arte, il disegno e la fotografia? Alla fine, inaspettatamente e un po’ per caso, mi son ritrovata a frequentare ingegneria edile/ architettura. Mi mancano ancora alcuni esami per raggiungere la laurea; nel frattempo faccio praticantato presso uno studio sotto casa e, nel tempo libero, che poi si riduce a tarda notte, leggo e scrivo storie anche se da autodidatta.