Primo appuntamento

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Amore.
Era solo per amore se avevo preso parte all’Esperimento. Ed era il solito tentativo disperato per farmi notare, visto che le mie occhiate languide, dal primo banco dell’aula di biochimica, non sortivano alcun effetto.
Con il dott. Charles Brown, le classiche armi della seduzione femminile fallivano.
Così mi sono offerta volontaria.
Immaginavo che il mio coraggio e la mia dedizione alla scienza, lo avrebbero impressionato; ma il dott. Brown non mi considerava altro che l’ennesima cavia in cui iniettare il composto MK.
I suoi eleganti occhi scuri mi avevano squadrato mentre mi contorcevo e crollavo a terra, sporcandogli di vomito il camice.
Pessima figura.
Lui mi tastò il collo alla ricerca delle pulsazioni, niente. “Ora del decesso 21:09, diminuire il betasolfito del 3%” La sua voce melodiosa fluiva come un ruscello, mentre mi portavano via.
Buio.
Ho ripreso conoscenza nell’obitorio della facoltà. Aprire la porta non è stato un problema, l’ho scardinata.
Cammino.
Lungo il corridoio incontro Todd, il custode, ma scappa a gambe levate. Urlando. Poi, due infermieri mi si parano davanti e mi dicono di restare calma. E immobile. Hanno fucili a proiettili tranquillanti.
Io sono calma.

Mi faccio largo spintonandoli appena. Uno di loro è segato a metà dal mio semplice tocco. Il sangue, spruzzato ad alta pressione dal torace, irrora il soffitto. L’altro impatta la parete e si schianta accartocciandosi in un misero mucchietto sanguinolento.
Cammino.
Tre guardie sopraggiungono spianando le armi. Aprono il fuoco.
Non sento nulla, mi viene da ridere. Li liquido stritolandogli le teste; ad uno strappo le braccia, è così facile.
Arrivo nel laboratorio del mio dott. sradicando la porta blindata. Lui è rannicchiato in un angolo e piange. Piange per la gioia di rivedermi, che dolce.
Amore.
Charles tesoro, voglio tanto abbracciarti. Voglio stringerti a me. Stringerti forte.

Mirko Dadich