Jenny D.

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Me lo aveva detto mamma di non avvicinarmi

 

Anche quella volta non le diedi retta. La mamma aveva detto: non avvicinarti al fiume, Brian, succedono brutte cose agli imprudenti. Ma io volevo correre fino alla riva insieme a tutti gli altri, e lo feci. Mio fratello non mi aspettò. Era più grande, correva più forte di me. Così arrivai alla riva da solo. Era mezzogiorno, ma il folto degli alberi faceva ombra, sembrava un buio tutto verde. C’era una signora seduta sul greto vicino a me. Disse: Bambino, sii gentile, mi è caduto il sapone nel fiume. Non era né giovane né vecchia. Aveva uno sguardo beffardo. Era tutta bagnata, disse che aveva cercato il sapone in acqua ma non l’aveva trovato. Mossi tre passi verso di lei. Fece tutto in un attimo. Il demone mi conficcò gli artigli nella caviglia e mi trascinò in acqua con rapidità inaudita. Mentre sprofondavo nella mia tomba di torbida melma sentii un coro di vocette maligne. Erano tutti gli altri incauti bambini che mi avevano preceduto nella stessa sorte. Ripetevano instancabilmente questa filastrocca:

 

Quelle sponde limacciose
Di paludi e quieti stagni
Non ti sembran minacciose?
Se ci vai e poi ti bagni

 

Stai facendo un grave errore
Sono Jenny e spunterò
indietreggia abbi terrore
se no io ti ghermirò

Nello stagno mi nascondo
sei ti afferro poi ti perdi
io chi prendo tiro a fondo
sono Jenny Dentiverdi

 

Dentiverdi io mi chiamo
Non lo senti il mio richiamo?
Non rincorrere la palla
o non tornerai più a galla

 

io mi acquatto qui nel fango
liquida la mia prigione
sono sola ma non piango
mangio bimbi a colazione

 

Se c’è Jenny che t’azzanna
nella melma poi vai a nanna
Jenny Jenny brutta strega
T’avvicini e lei t’annega!!!

Patrizia Birtolo