Allargai le
dita e sollevai i capelli liberandoli dall'orecchio, era sempre così senza accorgermene
le mani prendevano quella ciocca che si poggiava sulla guancia e la fermavano dietro le
orecchie. Guardai lorologio ero in perfetto orario, frugai nella tasca, presi il
biglietto e lobliterai. La parola obliterare si fermò un secondo nella mia
coscienza.
Cercai una panchina libera e mentre aspettavo ripensai al desiderio che avevo espresso
quel giorno. La psicologa mi aveva consigliato di esprimere un desiderio ogni giorno,
questo avrebbe messo a fuoco i miei reali bisogni, allinizio ne avrei espressi molti
e tutti diversi ma poi, secondo lei, con il tempo sarei giunta a formulare sempre lo
stesso. Purtroppo i miei desideri continuavano ad essere infiniti e a non realizzarsi.
Nemmeno quello stupido che avevo espresso la mattina. Almeno quelli stupidi no?
... Allontanarsi dalla linea gialla.
Il treno stava arrivando. Sarebbe ripartito tra dieci minuti. Mi alzai, allungai una mano
per riassettarmi i capelli. Non ci riuscii. Ci riprovai, un brivido mi attraversò la
schiena, lentamente guardai la mano, o meglio i miei occhi si fermarono lì dove una volta
cera la mia mano. Era scomparsa. Anche laltra. Comera possibile?
Doverano le mie mani? Perché non sentivo dolore? Sudavo. Il cuore mi batteva forte
nel petto. Ero sprofondata nellincubo. Non avevo più le mani. Il cellulare era
nella borsa, irraggiungibile, e poi per chiamare chi? Dire cosa? Cosa dovevo fare? Mi
veniva da piangere ma non piangevo. La paura sovrastava ogni altra emozione.
... Allontanarsi dalla linea gialla.
Alzai la testa il treno stava partendo senza di me. Come un lampo mi rividi quella mattina
davanti allo specchio, insofferente, non avevo nessuna voglia di prendere treno, avevo
desiderato che quel giorno accadesse qualcosa di straordinario che mimpedisse di
prenderlo.
Una speranza, domani... domani avrei riavuto le mie mani.