Quando lo
sfidai a passare la notte nella famosa casa infestata del paese, nella quale anni prima un
uomo aveva sterminato la sua famiglia, non sapeva chi io fossi.
Non immaginava di avere davanti il fratello, allepoca quattordicenne, di Chiara, la
ragazza che il figlio di puttana aveva stuprato.
Arrivammo dinnanzi la vecchia casa maledetta alle ventitre e trenta in punto, io entrai
tranquillamente, lui mi seguì intimorito; appena anche il bastardo fu dentro, la porta
alle sue spalle si richiuse da sola con uno schianto, facendolo rimanere di sasso, mentre
io già pregustavo la vendetta, che da lì a poco il Demone della Perversione che avevo
invocato, mi avrebbe regalato.
Entrammo nel salone, immenso, con al centro un enorme tavolo circondato da candele, il
tutto reso ancora più spettrale dalla luce della luna piena che filtrava dalla finestra e
dal vento che urlava minaccioso.
Fu quando le candele si accesero da sole andando a formare un enorme pentacolo sul tavolo,
che il porco cominciò a capire che per lui non sarebbe stata una notte piacevole.
Ne fu sicuro nel momento in cui unentità ancora invisibile gli strappò i vestiti
di dosso, lasciandolo nudo come un verme e sbattendolo violentemente sul tavolo, proprio
al centro del pentacolo.
Ne fu certo quando il Demone visibile in tutta la suaorripilante bellezza con
i suoi affilatissimi artigli, iniziò a squarciarlo, ma senza ucciderlo, voleva farlo
agonizzare e morire di paura; fu spettacolare quando gli tranciò di netto i genitali,
facendolo urlare di terrore e mentre il sangue scorreva come un fiume in piena tra le
gambe del bastardo, il Demone iniziò a trattare il corpo, partendo dagli
occhi: spremette la sua testa come un grosso limone, facendoli schizzare fuori dalle
orbite...
Infilai in bocca al cadavere devastato i propri genitali.
Vendetta perversa compiuta.