La stella marina era ricoperta di uno strato scuro e vischioso. Manlio la toccò incuriosito, poi la gettò sulla sabbia. Il mare era ora più mosso, mentre fino a poco tempo prima lo scirocco sembrava aver avvolto uomini e cose col suo manto oleoso. Manlio si stava godendo la sua spiaggia privata, ricavata in unampia insenatura. Ripensava alla strage di quella notte, quando lui e i suoi prezzolati violentarono e rapinarono quelle turiste inglesi a bordo di un motoscafo cabinato, ormeggiato vicino al promontorio roccioso che delimitava linsenatura. Le avevano sottratto tutto il denaro e i gioielli, e dopo averle violentate le avevano uccise a coltellate e lanciato i cadaveri in mare. Una delle vittime, una distinta signora cinquantenne, gli aveva predetto che uno dei suoi gioielli, un prezioso monile arabescato, gli avrebbe portato sfortuna. Dopo quellepisodio Manlio attraversò invece un periodo fortunatissimo, ma adesso, dato che il dubbio seguitava a tormentarlo era giunto il momento di sbarazzarsi di quel monile.
Era certo che da quel momento nulla lo avrebbe più turbato. Gettò loggetto in acqua, e subito dopo, anche a causa del buio mise un piede in acqua. Avvertì una forte stretta alle caviglie, come se delle mani lo stessero tenendo fermo. Istintivamente, Manlio emise un grido. Adesso lo stavano tirando giù... Urlò ancora. Lacqua cominciava ad entrargli in bocca. Da sotto la superficie sbucarono, uno dopo laltro, i corpi straziati delle donne uccise quella notte. La pelle era ridotta a brandelli, le parti restanti parevano spugnose. Trascinato sottacqua, Manlio si trovò davanti il viso ormai scheletrico della donna a cui aveva sottratto il monile. La riconobbe anche per quel profondo taglio infertole allo zigomo, e poi teneva il monile nella mano ossuta. La signora lo strangolò, poi ritorno sottacqua insieme alle sue compagne.