Era
l'avvocato più importante di Boston e anche stavolta l'aveva dimostrato. Era riuscito a
difendere un importante imprenditore accusato di pedofilia e omicidio ai danni di un
ragazzino di undici anni. Era riuscito a liberarlo non perché fosse innocente (le accuse
erano schiaccianti), ma per un vizio di procedura attuato dalla polizia. E l'imprenditore
edile si era rivelato di parola, due milioni di dollari se avesse evitato il carcere e
così fu.
Ma appena rientrato nel suo appartamento in pieno centro, l'avvocato trovò una sorpresa.
La porta alle sue spalle si chiuse e sentì la serratura girare. Si irrigidì nervosamente
e poi lo vide lì in mezzo al soggiorno, di fronte a lui. Lo riconobbe anche se l'aveva
visto soltanto in foto, gli mancava un occhio, come era scritto nel referto, i vestiti
erano a brandelli e pieni di sangue, ma non gli fece del male, il bambino si avvicinò e
gli prese la mano:
- Dove mi porti? -
- Vieni con me - rispose il bambino, dalla sua bocca priva di parecchi denti
- Questa non ti serve, puoi lasciarla qui gli disse - e indicò la valigetta contenente i
due milioni di dollari.
L'avvocato l'appoggiò e ridiede la mano al ragazzino, camminarono verso il balcone, una
volta aperta la portafinestra, si affacciarono nella Boston illuminata dalle luci della
notte, alle tre del mattino c'era più calma e lo spettacolo era bellissimo.
- Buttati giù - gli disse il bambino
- No, non voglio farlo
- Sì che vuoi, oramai la tua anima è marcia - proseguì il piccolo
L'avvocato salì sul balcone e si preparò al volo, mentre pregava il bambino gli diede
una spinta alle gambe. Iniziò a volare giù di schiena, venticinque piani lo separavano
da terra, ma vide affianco del ragazzino spuntare l'imprenditore, in mano aveva la
valigetta, lo salutarono entrambi con la mano.