- Diabete - ha sentenziato il medico, condannandomi a una dieta ferrea
e a mille altri accorgimenti. Non lho ascoltato. Sì, mangio meno e mi inietto
linsulina da solo, ma poco più. Vedovo, senza figli o amici per cui valesse la pena
curarmi, ho perfino trascurato ligiene personale. Mi sono preoccupato delle
fastidiose ulcerazioni al piede sinistro che non si rimarginavano quando era già troppo
tardi: larto era in cancrena e andava tolto. Capita ai diabetici che lasciano
infettare le ferite.
Allidea che qualcuno mi tagliasse il piede sono impazzito, tanto che ho provveduto a
farlo io stesso. Pensavo di scivolare lentamente in un misericordioso sonno eterno, invece
ero ancora in grado di muovermi. Anche il mio piede sinistro lo era, tanto che se ne
andava in giro per la stanza, felice di essersi liberato della scarpa stretta. E del resto
del corpo, che poi sarei io. Non sopportavo il martellare delle sue dita sul pavimento,
perciò lho catturato.
Con abbondante scotch e un sapiente uso della cucitrice
lho rimesso a posto e sono uscito, zoppicando. Temevo che la mia strana andatura
avrebbe incuriosito i passanti, invece stavano tutti guardando la ragazzina finita sotto
al tram: le ruote le hanno maciullato il collo, separandole la testa dal corpo. Adesso sta
cercando con le mani di riunirli e ci chiede di passarle del nastro adesivo.
Alla vista di tanto orrore un vecchio ci è rimasto secco. Poco dopo si è rialzato,
dichiarandosi felice di essere rimasto tutto di un pezzo: quando avrà fame, gli sarà
infatti più facile inseguire il cibo. Ha due nipotini che gli hanno parlato dei non-morti
antropofagi, perciò sa cosa aspettarsi.
Mentre le prime persone cominciano a fuggire, il vecchio mi domanda come si nutrano gli
arti-zombie. Il mio piede sinistro tra poco gli risponderà.