La fine del mondo

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Tutti sapevano che sarebbe successo, prima o poi nella storia. Tutte le cose iniziano e finiscono, niente di più naturale. Il mondo inizia, il mondo finisce.
Ma la fine del mondo... gli uomini si chiedevano perché proprio allora, erano ciechi di paura, e non sapevano... non potevano, non volevano immaginare.
Ed ecco che stava accadendo. Terrore, angoscia, gelo, disperazione incombevano. Gli uomini - gli occhi sbarrati fissi al cielo, il cuore di ghiaccio e l’anima imbevuta di angoscia - vedevano come un drappo; lo sentivano, lo percepivano con i sensi, un velo nero, pesante, terribilmente pesante, che calava poco a poco sull’universo, senza sosta, lentamente... tanto lentamente che sembrava si fermasse, ma inesorabilmente si abbassava, sempre più, sempre più. Scendeva e scendeva...

E ogni ora, ogni minuto, ogni istante toglieva un po’ di luce, la tenebra aumentava, e la luce, soffocata dal drappo di morte, se ne andava. Ah, come calava lento... Agonia della luce, agonia della vita. Gli uomini morivano di angoscia.
Eppure fu tutto così semplice! Si adagiò morbidamente sulla terra e su tutto l’universo, come una coperta soffice e gelida. Per un attimo la luce non esistette più, oscuro e buio e nero rimase l’universo. Fu in quell’istante che avvenne la vera fine: la luce esplose dal drappo, in un niente l’infinito ne fu inondato.
E tutto si dissolse nella luce.

Laura Valentino