Gli specchi
arrivarono dal nulla, un giorno come tanti altri. Come foglie prese dal vento
volteggiarono tra le strade del paese.
Gli abitanti fuggirono terrorizzati alla loro vista: qualcuno si barricò in casa, qualcun
altro avvisò polizia, pompieri, chiunque.
Nessuna delle persone che in seguito affollarono la cittadina seppe trovare una
spiegazione. Nessuno sapeva come comportarsi.
Gli specchi, grandi come una figura umana, non riflettevano le immagini: in ciascuno di
loro viveva una donna o un uomo. Fluttuavano storditi. Si guardavano intorno con aria
meravigliata. Piatti, come fossero fatti di vetro essi stessi. Eppure bellissimi.
Col passare dei mesi il paese imparò a convivere con gli specchi, lesercito che li
sorvegliava e i curiosi che venivano ad ammirarli, ed essi si dimostrarono innocui.
Uno di loro si fermò nel giardino del direttore dellufficio postale. Un uomo mite,
che nella vita non aveva mai trovato il coraggio necessario per godere di una piena
soddisfazione.
In quello specchio vi era la più bella donna che un essere umano avesse visto. Tuttavia
luomo, intimorito, la scansava. Lei rimase in quel giardino, mese dopo mese.
Lo
seguiva quando lo vedeva arrivare. Quando lui si rinchiudeva in casa, aspettava. E infine
lui si avvicinò.
Timoroso, soffiò sul vetro, appannandone una parte. Lì scrisse col dito un messaggio per
lei. La donna non capì, ma sorrise e posò un palmo allinterno dello specchio.
Nello stesso punto luomo pose il proprio. Si alzò in punta di piedi e la baciò. Ma
tutto ciò che le sue labbra assaporarono fu vetro, freddo come ghiaccio.
Il giorno dopo ritornò con un diamante. Per te, scrisse sul proprio respiro
allimmagine che gli sorrideva senza capire. Tutto o niente, pensò. Ti
libererò!
Incise lo specchio col diamante, febbrilmente. Lungo il taglio prese a sgorgare
sangue, mentre la donna, muta, urlava.
Informatico di professione e scrittore dilettante, ho ricevuto più soddisfazioni dalla partecipazione ad un solo premio letterario (a cui un mio racconto si è piazzato al quarto posto) che in dieci anni spesi dietro ai computer.