Nellagosto del 2008 Milano fu colpita da unondata di caldo che non si registrava da anni e lutilizzo dei condizionatori sovraccaricò la rete elettrica. La notte tra il 7 e l8 di agosto un black-out paralizzò completamente la zona Sud della città.
Giulio si trovava in casa da solo in un appartamento in zona Ticinese:
i suoi genitori erano già in vacanza. Lui era rimasto a Milano a studiare per un esame di
Diritto Privato che voleva dare a settembre. Era appena passata la mezzanotte e la luce
mancava già da più di unora. Nel buio della sua casa trovò una candela e la
accese. Andò sul balcone sperando di trovare un po di vento notturno. Tirò fuori
dal taschino della sua camicia le sigarette. Aveva deciso di smettere, ma una ogni tanto
se la concedeva ancora. Guardò la scritta nera in grassetto che spiccava sul pacchetto.
IL FUMO UCCIDE. Stava per rinunciare e per andare a dormire.
- ... beh, non sarò certo questa sigaretta ad uccidermi... - pensò. Ne prese
una e la accese direttamente dalla fiamma della candela.
La città immersa nel buio e semi-deserta per le vacanze estive creava unatmosfera
irreale e onirica. Le uniche luci che si vedevano erano quelle dei fari delle poche
macchine che ogni tanto transitavano per strada.
Nel palazzo di fronte quasi tutte le finestre erano chiuse con le tapparelle abbassate,
segno dellassenza dei proprietari partiti per chissà dove. Lunica aperta era
quella del secondo piano e si intravedeva una luce rossastra, creata da dei lumini
appoggiati sul davanzale. La tenda era tirata e Giulio intravedeva le sagome di due
persone allinterno dellappartamento. Fece un ultimo tiro dalla sigaretta e
gettò il mozzicone ancora acceso nel vuoto. Lo osservò precipitare, toccare
lasfalto e spegnersi lentamente. Come molti fumatori che hanno deciso di smettere si
ripromise che quella sarebbe stata lultima.
Stava per rientrare in casa quando lurlo di una donna squarciò il silenzio della
notte milanese senza luci. Si girò di scatto e volse lo sguardo allappartamento di
fronte. Riconobbe chiaramente dietro la tenda la sagoma di una donna di profilo. Al di
sotto della curva dei seni qualcosa di stretto e lungo formava un angolo retto con il suo
corpo. Vide un'altra persona avvicinarsi ed estrarlo con violenza dal corpo della donna:
capì subito che si trattava di un coltello. La donna urlò ancora, un ultima volta, poi
luomo le infilò la lama nel collo.
Giulio osservò la scena a bocca aperta, involontario spettatore di un macabro teatrino di
ombre proiettate nel buio della notte. Si guardò intorno: la strada era deserta e nessun
altro si era affacciato da altre finestre. Possibile che fossero tutti in ferie? Nessun
altro aveva sentito quellurlo? Riportò lo sguardo allappartamento di fronte:
ora luomo sembrava come accovacciato per terra, e con il coltello in mano stava
colpendo ripetutamente la sua vittima. Giulio cercò di riprendersi dallo shock e prese il
telefonino dalla tasca dei suoi calzoni. Era spento. Lo accese e solo per qualche secondo
apparse la scritta Batteria scarica, accompagnata da un fastidioso
Beep. Poi il telefono si spense di nuovo.
- Merda... non posso neanche metterlo in carica!
Rientrò in casa e corse al telefono fisso. Alzò la cornetta. Muto. Schiacciò
ripetutamente i tasti della linea. Nessun segnale. Seguì con lo sguardo il filo del
telefono che si infilava nella centralina di Fastweb situata sotto il tavolino. Le luci
verdi che di solito indicavano il corretto funzionamento delle linee voci e dati erano
spente.
- ... Ovvio: anche la centralina funziona con lelettricità...
Il panico iniziò a crescere: ritornò sul balcone e cominciò ad urlare.
- EHI!!! CE NESSUNO???? STANNO AMMAZZANDO UNA DONNA!!! AIUTO!!!! BISOGNA
CHIAMARE LA POLIZIA!!!
Nel momento in cui terminò di sgolarsi vide la tenda dellappartamento
scostarsi. Luomo, con il coltello ancora in mano, lo guardò. Allungò il braccio e
tese la lama verso di lui. Poi sparì.
Giulio rimase paralizzato per alcuni secondi. Non riusciva a pensare. Riprese il cellulare
nella speranza di riuscire ad accenderlo, ma le batterie non si ricaricano nella tasca dei
pantaloni. Cercò con gli occhi in strada la presenza di qualcuno: con suo sollievo vide
arrivare un uomo che stava portando il cane al parco Baravalle.
- Dio... ti ringrazio... - pensò.
- SCUSI, SIGNORE, E UN EMERGENZA! SCUSI!!
Luomo col cane si fermò e guardò verso lalto.
- MI SCUSI, HO IL TELEFONO BLOCCATO: BISOGNA CHIAMARE SUBITO LA POLIZIA!!
Luomo col cane lo guardò con diffidenza, chinò la testa e si rimise a
camminare verso il parco.
- NO!!! ASPETTI!!! NON E UNO SCHERZO! CREDO CHE ABBIANO AMMAZZATO UNA DONNA NEL
PALAZZO DI FRONTE! LA PREGO ASPETTI!!
Luomo col cane si fermò e rialzò la testa. Successe poi tutto in fretta e
Giulio per la seconda volta nel giro di pochi minuti fu testimone di un omicidio. Dal
portone del palazzo di fronte lassassino uscì senza fare rumore. Si avvicinò
alluomo col cane. Giulio lo vide allultimo momento. Non fece in tempo a
gridare nulla. Lassassino tagliò la gola alluomo con il cane, che cadde a
terra in una pozza di sangue. Il suo migliore amico iniziò a ringhiare e fece per
scagliarsi contro lo sconosciuto, ma ancora prima di riuscire ad azzannarlo venne colpito
al ventre dal coltello e cadde a terra vicino al suo padrone. Lassassino guardò in
alto e per la seconda volta indicò Giulio con la lama della sua arma. Si avvicinò al
cancello del palazzo, si mise il coltello fra i denti, appoggiò il piede su una sbarra e
con le mani si issò verso lalto. Scavalcò il cancello e si fece ricadere
allinterno.
Giulio corse in casa, aprì la porta e uscì sul pianerottolo. Si ritrovò nel buio più
totale. Sapeva benissimo che nel suo condominio non cera nessuno: erano tutti già
partiti. Sentì dal basso il rumore della porta delle scale che si apriva, e dei passi che
iniziavano a salire. Rumore di gomma sul marmo delle scale.
GNEEK... GNEEK... GNEEK
Non poteva fuggire da lì: si sarebbe trovato faccia a faccia con lassassino.
Stava per rientrare in casa per barricarsi dentro, quando realizzò che abitando
allultimo piano lassassino avrebbe potuto salire in soffitta e da lì calarsi
facilmente sul suo balcone. Lo aveva fatto anche lui una volta che era tornato tardi di
notte e si era accorto di non avere le chiavi di casa. Una volta sul balcone aprire le
finestre ed entrare in casa era un gioco da ragazzi. E non poteva neanche chiudere le
tapparelle: erano elettriche.
Il buio però poteva essere sfruttato anche a suo favore: non era il solo a non vedere
nulla. Poteva scendere di uno o due piani, acquattarsi nellangolo del pianerottolo
lontano dalle scale, aspettare lassassino, farlo passare e poi scendere senza fare
rumore. Chiuse la porta di casa, si tolse le scarpe per evitare di far sentire i suoi
passi e scese al sesto piano. Si mise in ascolto.
GNEEK... GNEEK... GNEEK
Il rumore dei passi dellassassino era vicino. Non aveva tempo di scendere di un
altro piano. Tastando il muro con le mani si diresse verso langolo del pianerottolo.
Con le dita premette involontariamente il campanello dellappartamento di quel piano.
Una goccia di sudore scese velocemente dalla sua fronte. Nessun rumore: fortunatamente
anche i campanelli sono elettrici. Si schiacciò contro il muro ed attese. Udì i passi
salire e farsi sempre più vicini.
GNEEK... GNEEK... GNEEK
Lassassino era al quinto piano, appena sotto di lui. Giulio iniziò a sentire anche
una voce che sussurrava:
Ti piace il buio eh?... Sì... sì... mi piace, molto... ci si nasconde bene.
E bello il buio... si uccide bene al buio...
A Giulio si gelò il sangue nel sentire quel bisbiglio: capì che quelluomo non solo
era un assassino, ma era anche completamente pazzo. I passi arrivarono lentamente al suo
piano.
GNEEK... GNEEK... GNEEK
Sentì luomo poggiare i piedi sullultimo gradino e poi fermarsi. Non si
vedeva nulla: le scale non avevano finestre e si trovavano nel buio più totale.
Lassassino doveva essere a non più di un metro di distanza da lui e continuava a
parlare da solo. Giulio trattenne il fiato. Sentì il rumore di un passo. Un altro.
GNEEEK GNEEK
Luomo stava per avviarsi allultima rampa di scale, quella che portava al
suo appartamento.
Allimprovviso dai piani inferiori iniziò a suonare un allarme. Giulio lo riconobbe
subito: era lantifurto della ditta del primo piano. Intuì subito cosa stava
accadendo: se lantifurto si era messo in funzione era perché la corrente era stata
riattivata. Non fece in tempo a finire di formulare il pensiero: dai piani inferiori vide
le luci delle scale iniziare ad accendersi. Il bagliore si propagava dal basso verso e
lalto e arrivò in un attimo al sesto piano. Era ancora immobile, appiccicato al
muro. Lassassino si girò. I loro sguardi si incrociarono per un attimo.
Lassassino iniziò a ridere. Alzò il coltello e colpì Giulio in pieno petto. Dal
taschino della camicia della vittima volò fuori il pacchetto di sigarette. Cadde per
terra. Lultima cosa che vide Giulio prima di ricevere il secondo colpo fu la la
scritta nera in grassetto che spiccava sul pacchetto di sigarette.
IL FUMO UCCIDE.