Nella
baraonda di strilli che sventra il teatro, Nicola si sente mancare. Alza le dita dal
pianoforte e fissa il pubblico.
Si è creato il vuoto, tra le poltroncine. La gente corre, si calpesta.
Nel mezzo, un corpo senza mani si agita, incontrollabile - il sangue sprizza da avambracci
come estintori.
Stordito, Nicola sfiora i tasti. Larpeggio stonato assale la platea - altre mani
scoppiano e figure indistinte crollano a terra.
Una stecca...
Nicola deve sapere. Nicola deve suonare.
Le dita arpionano la tastiera, la mordono.
Ma lagitazione lo devasta.
Basta un tocco, e le note si riempiono del suo sangue.