Legata
gambe e braccia, Silvia singhiozzava nuda.
«Agnello di Dio».
Straziata, si contorceva. Impazzita, urlava il suo istinto di sopravvivenza.
«Beati coloro che siedono alla mensa del Signore».
Gioiva la mano del Signore, metodica smembrava la carne, il pugnale rovente
dell'eccitazione dei fanatici. Vorticavano le tuniche nere, ebbre del dolore del
sacrificio.
«Prendete e mangiatene tutti».
Negli occhi l'abisso che conduce alla dannazione, Silvia non avrebbe più atteso il regno
dei cieli.
Solenne il Signore prese posto in mezzo a loro «Fate questo in memoria di Me».
Commossi risposero i discepoli «Per tutti i secoli dei secoli».
Diplomato e recalcitrante universitario, è in buoni rapporti con i libri, la musica, il computer e la pesca.