La bambina
canta e salta la corda.
Le trecce fanno su e giù sbattendole sulle spalle e la nebbia scende.
Non uscire
Sua madre pensa che lei sia a letto con la febbre, ma la piccola non ha resistito ed è
fuggita con la sua corda e il cappottino azzurro.
Il pallore dellinfluenza è ancora evidente, ma si sente bene e vuole giocare.
I pomeriggi dottobre però, si sa, si fanno sempre più brevi e freddi, come un
respiro smorzato in gola e così anche il gioco nella nebbia si spezza anticipato e quando
anche i cipressi spariscono nel grigio la canzone si zittisce e lei un po tossisce.
La bimba inizia a guardarsi intorno, la corda non gira e striscia a terra, mentre lei
comincia a camminare verso casa... dovè casa?
Segue la stradina di breccia ma non ricorda la direzione dopo lincrocio ed è vero
che la nebbia nasconde i volti, ma lascia le ombre e unombra sta proprio fendendo il
freddo... si avvicina: Mamma?
Il collo spezzato pende e lo sguardo è fisso, ma prende la bimba per la manina e lei non
ha paura perché sono in tanti attorno a lei ora e nonostante il loro pallore sia più
mortale del suo, lei cammina mentre luomo dal collo spezzato la conduce nel gelo e
in quel silenzioso corteo. Lentamente il cappottino azzurro si confonde col grigio e
diventa nebbia.
Dissero che fu polmonite ad abbandonarla senza vita sulla strada verso casa.