Lei è tornata

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

La sento! Mi sta chiamando! L’ho uccisa ma lei è tornata. Quella sera abbiamo litigato come facevamo ogni giorno da un anno a questa parte. L’ho afferrata per la gola, ho cominciato a stringere, sempre più forte, sempre più forte... Il suo cadavere è nascosto in garage, nella fossa che mio padre usava per controllare il fondo delle auto, sigillato in una sacca di plastica: ho aperto la botola e l’ho gettata dentro. Ho fatto anche ritrovare la sua automobile in aperta campagna il giorno successivo. La polizia è stata a casa mia, mi ha tempestato di domande, ha guardato un po’ in giro ma la botola non è stata notata. Sopra ci ho parcheggiato la mia auto. Torneranno, lo so, ma ormai non ha più importanza. Sono trascorsi cinque giorni da quella maledetta sera ma questa notte ho sentito quel rumore.

Stavo per andare a letto per cercare di dormire, quando ho udito uno strano suono provenire dal garage, ed era come se qualcuno (o qualcosa) stesse grattando con le unghie su un pezzo di legno. Sono andato a vedere... Mio Dio, la botola... la fossa... mia moglie... Poi, all’improvviso, ho udito dei colpi. Il coperchio di legno ha cominciato ad alzarsi leggermente ma il lucchetto riusciva a tenerlo chiuso. <<Oh Cristo... è lei... è lei che vuole uscire!>> Ma il lucchetto ha ceduto: il coperchio della botola sbatteva sotto il fondo della mia auto ma rimaneva abbastanza spazio perché lei riuscisse a strisciare fuori. Ho intravisto un braccio sbucare da sotto la macchina e sono scappato. Barcollando sono tornato in camera da letto e mi sono chiuso dentro. Ora lei è dietro la porta e mi sta chiamando! Vuole entrare e non penso che la porta possa resistere ancora a lungo...

Luigi De Conti