Gli artigli
stringono il dito. Un toc secco e un urlo disperato rimbalza sotto la tettoia del
vecchio magazzino, supera la campagna deserta, e cerca di raggiungere lautostrada,
dove i lampi dei fari lacerano il buio della notte.
Diciannove!!
Lumano si divincola, ma è legato ben stretto alla cancellata e i suoi sforzi
producono solo violente vibrazioni della nera struttura di ferro che circonda il magazzino
abbandonato.
Non fa che strillare ogni dito che gli strappo.
Mi occorre sempre più energia mentale per mantenerlo in vita.
Questa notte non avevo lintenzione di combinare nulla. Ho sentito delle grida, mi
sono avvicinato e ho visto lumano mentre violentava una sua simile. Non sono
riuscito a dominare listinto.
La femmina è corsa via impazzita, non ha retto alla mia vista.
Sto terminando lopera. Mi avvicino a occhi terrorizzati.
Piange, implora pietà. Lacrime si uniscono al lago di sangue che si è formato alla base
del cancello.
Ne rimane solo una poi ho tagliato tutte e venti le dita, di mani e piedi.
- Ho letto da qualche parte che un umano quando muore perde ventuno grammi di peso. Mio
caro stronzo, stai per perdere ventuno cosucce. - Mi metto in ginocchio, con gli artigli
abbraccio lalluce sinistro, il superstite. Lumano si agita forsennatamente,
dai moncherini una pioggia di gocce di sangue mi investe.
Un altro colpo secco. Lennesimo urlo riempie la notte. L ultimo dito rotola
insieme agli altri. Sembrano venti vermi annegati nel sangue.
Lenergia mentale che uso per non farlo morire mi sta indebolendo. Ma ho quasi
finito.
- Siamo a venti, caro mio. Cosa sarà il ventunesimo? - Forse capisce e forse no, mentre
gli abbasso i pantaloni.