Mancava
appena qualche minuto allinizio dellevento e lo stadio, gremito
allinverosimile, era assolutamente uno spettacolo fuori dallordinario.
Migliaia di individui, di ogni razza ed estrazione sociale, affollavano le gradinate della
colossale struttura in acciaio e cemento. Il tutto accompagnato da una incomprensibile
cacofonia di cori, applausi, suoni e fuochi dartificio.
Le principali emittenti televisive erano sintonizzate su quella che era considerata, a
giusta ragione, la madre delle partite. La più importante di tutti i tempi.
Nellincantevole cornice dellevento, si riuscì a male pena a percepire
lannuncio degli inni delle due squadre, allineate sul rettangolo di gioco e rivolte
verso la tribuna donore.
Uno scroscio assordante di applausi accompagnò, soverchiandola, la splendida esibizione
bandistica. Poi il direttore di gara, con gesti plateali, invitò i capitani a guadagnare
il centrocampo.
Compiuti i preliminari dello scambio dei saluti e dei rispettivi gagliardetti, i due
giocatori si allontanarono verso i compagni per riferire quanto appena appreso
dalluomo nero.
Un glaciale silenzio, repentino, distese il suo tetro mantello sugli spalti mentre
dallaltoparlante veniva dato il mesto annuncio.
Quando larbitro fischiò linizio del minuto di raccoglimento per la dipartita
di Robert Neville, lintero universo sembrò fermarsi per sessanta interminabili
secondi.
Poi inverosimilmente, nellincredulità generale, il match ebbe inizio.
La finale fra le compagini degli zombie e dei vampiri, nonostante tutto, era un evento
mediatico troppo importante per poter essere rinviato.
... daltronde era soltanto un uomo! - farfugliò il telecronista, nella sua inconfondibile voce cavernosa mentre la telecamera catturava un epico scontro fra i due mostri sacri Romero e Stoker.
Lo show era appena cominciato.