Un vento
improvviso sradicò la tenda che i due ragazzi avevano piantato dopo la lunga pedalata
attraverso paesini sconosciuti inerpicati sulle colline.
Era la loro passione, la bicicletta.
La partenza, al mattino, non aveva destato preoccupazioni, e le previsioni del tempo erano
ottime.
Invece, subito dopo il tramonto, il cielo assunse una strana colorazione giallo-violacea,
mai vista.
- E meglio fermarci subito, prima che inizi a piovere - aveva detto Valentina. E ora
il vento aveva portato via la tenda, di colpo.
- Cerchiamo aiuto, torniamo indietro, ti prego, pochi chilometri più in là cera un
paese - supplicò Valentina.
Ma Matteo lafferrò per il polso, stringendola forte, e la costrinse a camminare in
avanti.
Inutilmente Valentina cercava di fargli capire che non sapevano cosa avrebbero trovato
avanzando, mentre sapevano benissimo cosa cera più indietro.
Matteo la trascinava sempre più forte, facendole male, mentre i primi goccioloni cadevano
colpendole il viso.
- So dove andare - disse con una voce profonda che Valentina non conosceva.
Camminava deciso come se vedesse perfettamente, mentre la ragazza incespicava
continuamente, accecata dal vento, dallignoto, dallacqua, e, soprattutto, dal
terrore che provava a stare con il suo ragazzo così cambiato allimprovviso, come il
tempo.
Finalmente intravide una luce soffusa; pensò di essere salva: forse era un paese, sarebbe
scappata da quella stretta feroce, oppure, sperava, Matteo avrebbe ripreso a comportarsi
come il solito.
Le luci si avvicinavano, ma erano sempre fioche, molto fioche...
Un muro alto, un pesante cancello di ferro... Un cimitero!
Sentì una puzza da togliere il fiato e senza respirare si voltò a guardare Matteo: era
un ammasso di pelle flaccida e verdastra, su cui si muovevano lentamente vermi enormi.
Uno Zombi! Il suo ragazzo era uno Zombi!
Prima di sentire che stava soffocando, lo sentì dire: - Ora sono a casa, e tu verrai con
me. -