Eccolo
mentre si dibatte a terra, patetico e disperato.
E grosso, peloso, gli occhi vitrei, striati di sangue.
Sbatte la testa alle sbarre fino a sfigurarsi.
E luomo a cui ho detto sì!
Quel bimbo che in campagna sgozzava maiali, che uccise il suo cagnolino a pedate. Quel
ragazzino pacioccone che cavava occhi alle galline, metteva petardi in culo ai gatti e
prendeva i piccioni a sassate dopo aver sgusciato tartarughe con uno schiaccianoci.
Una Pasqua gettò il radiolone nella vasca dove la nonna stava facendo il bagno mensile.
Uno così doveva fare una fine gloriosa, per questo lho amato. Lhanno preso
alla settima mignotta mangiucchiata. Io vivo qui e, quando lo portarono in cella,
riconobbi subito quella passione unica di chi ama il male.
Ha mani nerborute e, da quando lo conosco, se le tira in faccia raschiandosi la pelle.
Trema, sbava, ha voglia di uccidere, gli sussurro di farlo per amor mio.
Ora il mio uomo si dimena scavandosi i polsi con il cucchiaino del rancio.
Sebbene lo ami, non posso fermarlo. A me piace guardare i miei amanti ferirsi, finirsi e,
mentre va via, lo stringo nellultimo mortale orgasmo per poi uscirne e donare
quellanima alle care tenebre.
Fa freddo qui fuori: delle sbarre, un comodino, un letto pregno di
sangue. Sento lo stridulo prete perdonare il mio uomo.
Ridicola cornacchia, taci! Hai trovato questo mucchio di carne
esanime e credi di aver vinto? Il suo spirito è stato sempre distante da voi, luridi
bianchi.
Dovrei fuggire quando... sento bestemmiare, è luomo della cella a fianco: un
matricida pedofilo. Basta uno sguardo e gli sono già dentro, lo posseggo entrandogli dal
retto.
Vedo il suo bel Mondo fatto di stupri, morte, dolore. Credo di amarlo, ma è tardi.
Ora riposa bello mio, domani inizieremo a giocare.