Nellombra
la bestia famelica consuma il pasto, nascosta; bestia senzanima, stirpe dannata nel
sangue, col sangue creata. La vita scorre lontana nel ricordo, la morte inonda la sera
sanguigna. La Luna ghigna nella pozza vermiglia, la luce inonda la mano abbandonata a
terra, esangue; caldi e soffocanti gli amari effluvi salgono nellaria,
avvelenandola.
Gli occhi lucenti cadevo nel buio, lontani nel vuoto, consacrati al demone assetato; il
sangue scorre lento e bruciante sulle carni ghiacciate del vampiro bramoso. Foschi capelli
ricoprono il corpo flessuoso che soffoca il cadavere dormiente in eterno tra le sue
braccia. Lontane, nenie festose ricordano la vita passata.
Sangue nel sangue, il corpo cade a terra svuotato, immobile. Dannata la bestia si gode
lagrodolce sapore della vita soppressa, vittima di sete ancestrale. Eterno
supplizio, al dolore consacrato, lanima volta scacciata dalla bestia. Le fauci
digrignano, il ventre ribolle, la fame richiama il suo tributo.
Giada preziosa rifulge nella notte, occhi felini riflettono leternità sepolcrale,
dannata nel sangue. Felpata la nuova bestia si avvicina alla sua Signora; dolce
sinchina, servile la bacia, legati nelleterna vita morente, Vincolo di sangue.
Desiderio dAmore, brama di calore: nella notte scura le sanguigne creature rivivono
insieme le perdute emozioni, ormai soffocate.
Nelleternità del Dolore, la Giada rifulge con famelica brama per il sangue non
ancora versato.
Gli occhi si schiudono, laffanno si cheta, dolce la Luce soffoca
la Notte. Smeraldini gli occhi umani osservano la stanza vuota e familiare, si specchiano,
si scrutano non riconoscendosi.
La notte ha portato via la giada, e la sua Signora.
Nata a Napoli nel lontano 1987, fin da quando le gambe hanno iniziato a reggere all'età di un anno e mezzo, Flavia ha sempre corso: in mezzo alla strada per la disperazione del padre, a scuola con la maestra alle calcagna e ovviamente anche all'università dove ha deciso di pensarci bene prima di prendere una decisione definitiva. Mentre tentava di divincolarsi tra i numeri di Analisi e Architettura ha iniziato a scrivere poesie per non essere costretta a suicidarsi e a giurisprdenza pensava bene di scrivere il suo primo raccolto breve alla sua migliore amica per il suo compleanno invece di provare a decifrare le leggi varie; quando finalmente ha trovato qualcosa per lei che non la facesse correre a gambe levate ha iniziato a seguire un corso di illustrazione, perchè Flavia o scrive o disegna quello che scrive. Sempre.