La bambina
dormiva cullata dalle braccia affettuose delluomo.
Lui attese che il respiro divenisse regolare, poi la distese sul letto; rimboccò le
coperte e sallontanò in punta di piedi.
Rimase sulla porta contemplando la dolcezza innocente, il viso paffuto; le palpebre erano
in subbuglio, rapite, ne era certo, dai personaggi della fiaba che le aveva appena
raccontato.
Spense la luce e tornò in soggiorno, sorridendo.
Dalla finestra giungeva forte il richiamo odoroso dellerba, inzuppata dal temporale
appena concluso.
La luna saffacciava timida oltre le nubi, seminando gocce di luce fredda sul
giardino ubriaco di pioggia.
Chiuse con cura le grate di protezione delle finestre, attento a non fare rumore.
La sveglia segnava le dieci. Doveva affrettarsi.
Si spogliò con cura, poi, nudo, raggiunse la camera da letto. Sua moglie sera
assopita con la tv accesa.
La spense e posò un bacio sulle labbra della bella addormentata, che rispose con un
sospiro.
Lui accompagnò quel sospiro, ammirando le fattezze ancora perfette del volto, quel volto
che riempiva i suoi sogni ogni notte, da anni.
Buonanotte, amore mio.
Fuori, le nubi fuggivano allavanzare imperioso dellastro notturno.
Controllò il sistema dallarme, chiuse la porta blindata e infilò le chiavi nella
fessura della posta.
Diede unultima occhiata per verificare che tutte le imposte fossero serrate, poi si
voltò addentrandosi nel bosco.
La luna lo sorprese, bucando le fronde degli alberi secolari, mentre correva.
Saettava veloce, ringraziando a gran voce il cielo daver avuto in dono lamore
di sua moglie, la dolcezza della figlia: una famiglia perfetta.
Le lacrime gli rigavano il volto.
Prese a correre più forte, poi le ossa iniziarono a rompersi, i muscoli a strapparsi.
Cadde a terra di peso.
Ansimando, implorò la dea dellaurora di giungere presto.
Poi si rialzò, avanzando a quattro zampe, ululando alla fredda lampada sospesa nel cielo.