Il locale
aveva le pareti dipinte. Nelloscurità squarciata da lampi improvvisi
sintravedevano spirali e altri motivi tribali. Il volume della musica crebbe man
mano che lambiente si riempiva di gente, frammenti di luce cominciarono a correre
impazziti sui muri e sui corpi, scagliati dalle macchine infernali a velocità
vertiginose. Dopo uninterminabile, folle sessione di percussioni - in cui sembrava
di stare nel bel mezzo di un rito vudu, pensò Andrea senza smettere un attimo di ballare
- fu silenzio per un lungo attimo e subito dopo le tastiere elettroniche presero a creare
unatmosfera di tensione. Quindi si aggiunsero gli archi, ondeggiando in parossismi
improvvisi, a schiaffeggiare i corpi flessuosi come un cupo vento balcanico. Fu allora che
si ritrovò le sue mani addosso, dappertutto. Era alta esattamente quanto lui, le forme
morbide, agili, dopo pochi minuti gli spinse con violenza la lingua dentro la bocca; a
tratti Andrea le intravedeva gli occhi verde acqua, gelidi e bellissimi.
Se li avesse potuti osservare con calma, ad una luce naturale, forse avrebbe colta
linquietante sfumatura color del limo tradirne lintima marcescenza... invece
inaspettatamente, quasi violentemente lei lo spinse verso la dark room. Qui,
mentre altre coppie ansimavano e sospiravano di piacere, per prima cosa lo spogliò; poi,
completamente nudo, senza smettere di leccarlo e mordicchiarlo, lo strangolò con un gesto
secco, usando la sua stessa cravatta di seta nera, infine cominciò a mangiarselo, povero
Andrea, proprio lì in mezzo, mentre anche gli altri fremevano ignari di piacere, al buio.