Reparto di rianimazione di un ospedale dimenticato, sono seduti l'uno accanto all'altra un bambino e una donna rannicchiata, con le mani che ne racchiudono il volto. Sono soli avvolti dalla penombra. Il bambino si allontana in direzione di una porta in fondo al corridoio buio, mentre la donna rimane rigida, in silenzio. Ha la maglietta strappata e sanguina dalla testa. Il bambino entra in una sala dal forte odore, ove i cadaveri riposano sotto ordinati lenzuoli bianchi. Ne solleva alcuni fin quando non riconosce il padre, gli domanda di svegliarsi poiché nel corridoio ad attenderlo c'è la mamma, gli accarezza dolcemente la fronte. Dalla sala operatoria esce un chirurgo dal camice macchiato, una giovane donna dallo sguardo triste che vede il bambino ritornare dal corridoio.
Lo rimprovera per essersi allontanato e gli domanda quando i suoi zii verranno a riprenderlo. Il bambino scuote la testa. Il chirurgo non si accorge della donna seduta, conforta il bambino riguardo la madre che è dentro la sala operatoria: "Ora la mamma riposa per sempre", gli dice, cercando un sorriso che non trova. Il bambino invece trattiene una risata, si volta sghignazzando verso la donna seduta e poi annuisce al chirurgo. Questo un po' sorpreso ritorna in sala operatoria. Il bambino si rivolge alla donna chiamandola mamma, le chiede di andare via assieme. La mamma si alza tenendo basso il capo e senza mostrare il viso, a terra dove era seduta cè una pozza di sangue. Le poche luci si spengono. I due si allontanano stringendosi per mano, lungo il corridoio che si fa sempre più buio. Nell'oscurità il bambino domanda alla madre se papà tarderà a raggiungerli.