La ragazza
si inginocchiò sulla sponda del laghetto, ancora tremante. Quando si sporse sulla
limpidezza delle acque, scoprì un volto tumefatto, graffiato, avvilito e sanguinante.
Immerse le mani sporche nellacqua, e cominciò a sciacquarsi il viso, cercando di
lavare via il dolore e lumiliazione con quel semplice gesto. Poi si voltò un attimo
verso la grande villa. Sentì lodiosa voce della padrona che strillava il suo nome,
promettendo ulteriori percosse se non si fosse presentata subito.
La ragazza ricacciò le lacrime, mordendosi con rabbia il labbro, che adesso sanguinava
ancora di più. Una goccia scarlatta cadde nel laghetto.
Il sangue si sciolse nellacqua, e dai cerchi concentrici che ne scaturirono,
cominciarono a sollevarsi piccole creste di luce. Come dal nulla, si materializzò davanti
ai suoi occhi una strana creatura, con le fattezze di una donna, ma delle dimensioni di un
cardellino.
Il tuo sangue ha un buon sapore, disse, Ma è avvelenato di rabbia. Se
elimino la fonte del risentimento, mi permetterai di assaggiarne ancora?.
Tutto quello che vuoi, rispose la ragazza, per niente spaventata, pregustando
già la vendetta.
Forte della presenza al suo fianco, la ragazza marciò verso la villa, contro la padrona;
come unarpia, quella le si lanciò incontro sbraitando.
Saettando nellaria, la creatura volò dritta dentro la bocca della donna.
Il suo viso diventò paonazzo, e si portò le mani alla gola. Il rigonfiamento che sentì
sotto le mani si fece strada più giù. Pochi secondi dopo, si sentì letteralmente
lacerare dallinterno.
La sua serva assistette allo spettacolo, ghignando di soddisfazione nel vederla esplodere
in una miriade di brandelli di carne, tanto che quando la creatura ne uscì fuori, non
rimase che un corpo massacrato; continuò a sorridere anche quando lessere le si
avventò contro, attaccandosi alla sua gola, onorando la sua ricompensa fino
allultima goccia.