Vendetta

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

La ragazza si inginocchiò sulla sponda del laghetto, ancora tremante. Quando si sporse sulla limpidezza delle acque, scoprì un volto tumefatto, graffiato, avvilito e sanguinante.
Immerse le mani sporche nell’acqua, e cominciò a sciacquarsi il viso, cercando di lavare via il dolore e l’umiliazione con quel semplice gesto. Poi si voltò un attimo verso la grande villa. Sentì l’odiosa voce della padrona che strillava il suo nome, promettendo ulteriori percosse se non si fosse presentata subito.
La ragazza ricacciò le lacrime, mordendosi con rabbia il labbro, che adesso sanguinava ancora di più. Una goccia scarlatta cadde nel laghetto.
Il sangue si sciolse nell’acqua, e dai cerchi concentrici che ne scaturirono, cominciarono a sollevarsi piccole creste di luce. Come dal nulla, si materializzò davanti ai suoi occhi una strana creatura, con le fattezze di una donna, ma delle dimensioni di un cardellino.

“Il tuo sangue ha un buon sapore”, disse, “Ma è avvelenato di rabbia. Se elimino la fonte del risentimento, mi permetterai di assaggiarne ancora?”.
“Tutto quello che vuoi”, rispose la ragazza, per niente spaventata, pregustando già la vendetta.
Forte della presenza al suo fianco, la ragazza marciò verso la villa, contro la padrona; come un’arpia, quella le si lanciò incontro sbraitando.
Saettando nell’aria, la creatura volò dritta dentro la bocca della donna.
Il suo viso diventò paonazzo, e si portò le mani alla gola. Il rigonfiamento che sentì sotto le mani si fece strada più giù. Pochi secondi dopo, si sentì letteralmente lacerare dall’interno.
La sua serva assistette allo spettacolo, ghignando di soddisfazione nel vederla esplodere in una miriade di brandelli di carne, tanto che quando la creatura ne uscì fuori, non rimase che un corpo massacrato; continuò a sorridere anche quando l’essere le si avventò contro, attaccandosi alla sua gola, onorando la sua ricompensa fino all’ultima goccia.

Alessia Martino