Con uno
svolazzo dinchiostro nero impresse il suo sigillo sulle pagine ingiallite.
Lorologio batté le undici.
Appena in tempo Sussurrò luomo, sollevandosi dalla poltrona.
Ripose il manoscritto, tolse gli occhiali. Aveva unora. Versò il latte al gatto,
spense le luci, la scala di legno scricchiolò sotto il suo peso. Le ventitré e trenta.
Sentì il cuore accelerare, doveva calmarsi. Dallarmadietto dei medicinali afferrò
il tubetto dei tranquillanti. Con orrore vide che era vuoto.
Lansia simpadronì di lui. Affondò le dita tra i capelli, gocce di sudore
imperlavano la fronte. Inutile fuggire. Si mise a letto. Lo avrebbe affrontato. Ancora una
volta, lultima.
I dodici rintocchi lo gelarono. Attese, col fiato sospeso.
La finestra si spalancò per richiudersi di colpo. Scricchiolii sulle scale, miagolii
disperati. Strinse le mani sulle orecchie. Aria gelida sotto le coperte, respiri
affannosi. Poi, silenzio. Un lungo silenzio. Sperò, pregò, ricordò.
Maledetto il giorno in cui aveva acquistato quellantica casa e trovato quel
quaderno. Impresso solo il titolo: Il protagonista insanguinato.
Come autore di libri horror ne fu subito attratto. Avrebbe scritto lui quel racconto.
Da allora, ogni notte, accadevano cose strane, spaventose. Che attribuiva
allimmaginazione. Ma, quando vide quegli occhi rossi infernali fissarlo, capì che
lorrenda creatura, protagonista di ciò che stava creando, era lì, con lui. E lui
non poteva smettere di scrivere, farlo vivere.
I cassetti presero a sbattere, le luci a lampeggiare. Il suo alito gli sfiorò il volto,
le unghie la schiena. Serrò gli occhi. Sarebbe scomparso, lo aveva deciso quella sera,
nellultima pagina del manoscritto. Ritrovato sanguinante, appeso a un cappio.
Gli occhi di brace furono lultima cosa che vide.
La mattina il gatto entrò in cerca del padrone, della colazione. Leccò il sangue gocciolante a terra. Miagolò, ma luomo, dalle membra dilaniate penzolanti nel vuoto, gli occhi sbarrati, non udì.
Sono nata nel 1969 e vivo a Siracusa. Mi piace scrivere.