Gatto

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

“Ho detto no” e lo chiuse fuori dalla finestra.
Lara abbassò gli occhi, sapeva che quando Antonio usava quel tono, non c’era spazio per ulteriori discussioni. Inutile spiegargli che da quando Gatto era entrato nella sua vita lei si sentiva meno depressa, quasi felice.
Gatto, così l’aveva chiamato, la guardava con occhi innamorati, la osservava con attenzione quando preparava la cena e le si stendeva vicino sul divano, incominciando subito a fare le fusa. Tutte piccole attenzioni di cui Lara sentiva la mancanza. Una volta era Antonio a guardarla con occhi innamorati, ma da quando era tornato dalla spedizione non si toglieva quell’atteggiamento militare nemmeno quando erano a letto.
E aveva detto no, il gatto in casa no.

Come spiegargli che fuori faceva freddo e che le zampettate di Gatto, sul ghiaccio della finestra, Lara le sentiva sanguinare nel cuore, soprattutto quando smettevano, lei scostava la tenda e di Gatto restavano solo le strisce sul vetro.
Quella notte Lara non ce la fece. Quando il marito si fu addormentato si alzò piano. Aprì la finestra. Fuori la luce del lampione si rifletteva sull’asfalto ghiacciato. “Gatto... Gatto?” sussurrò. Dal nulla Gatto saltò sul davanzale, facendo già le fusa. Lara lo tenne abbracciato e poi tornò nel caldo del letto, con Gatto accoccolato vicino al seno, sotto le coperte. Prima di addormentarsi Lara pensò che tanto Antonio non avrebbe notato nulla. Si sarebbe alzato presto e sarebbe uscito, senza nemmeno un saluto.
La svegliò il sole e Antonio che l’abbracciava da sotto le coperte. Fecero l’amore, dolcemente, poi si guardarono e Lara lesse negli occhi di Antonio l’amore di un tempo. Lui si riaddormentò, abbracciato al suo seno, sembrava quasi facesse le fusa. “E Gatto?” pensò Lara per un attimo, mentre il sole scioglieva l’impronta di una mano sul vetro della finestra.

Patrizia Salvini