Ormai è
tardi.
Bisognava semplicemente prestare più attenzione. Ora non cè più nulla da fare.
Tutti in paese lo sapevano. Gli anziani lo andavano ripetendo ai bambini fino a stancarli:
Quella casa cerca il sangue. Non vi avvicinate.
Ma si sa come vanno le cose. Ci si finge più coraggiosi di quanto si è in realtà, si
dicono spacconate con gli amici e ci si ritrova a scavalcare il cancello della casa.
Se solo lo spuntone del cancello non avesse graffiato la schiena durante
lintrusione, forse ci sarebbe stata qualche possibilità di uscire.
Purtroppo quella piccola ferita è stata solo linizio. Talmente piccola che lui non
ci fa caso. Ma lodore del sangue, per quanto lieve esso sia, non sfugge alla sete
della casa.
Ed ecco un paio di formichine, di quelle rosse, che si arrampicano sui pantaloni cercando
la strada verso la piccola ferita. Allinizio sembra solo un prurito, forse sarà la
polvere.
Invece sono le formiche che rosicchiano.
Il prurito aumenta. Comincia ad essere insopportabile. Quasi dolore.
Concentrato sulla possibilità di arrivare ad alleviare quel dolore con le mani, non
presta attenzione ad un gattino che si avvicina silenzioso, tira fuori gli artigli e
glieli conficca nella coscia. Altro sangue. E altre formichine.
Il dolore aumenta.
Le formichine continuano il loro lavoro. Quelle che vengono scacciate vengono subito
sostituite.
Il dolore è ovunque. Urlare non serve. Non più.
Passano circa venti minuti prima che una formichina si faccia strada nella ferita sulla
schiena fino a trovare i nervi. Comincia a rosicchiarli. E il corpo cade a terra come un
fantoccio. Paralizzato.
Vorrebbe girare la testa, dalla parte dove sente provenire un rumore come di pagine
sfogliate. Ma non può. Non può fare più nulla.
Il rumore si avvicina.
Ancora le formiche. Tante.
E il gatto che aspetta paziente.
Sono un tecnico informatico presso i Vigili del Fuoco. Collaboro con il magazine culturale www.ilrecensore.com... e ho la "sindrome del foglio bianco" se devo includere nella mail una breve biografia sensata!! :-)