Rumori.
Lievi, furtivi, nascosti.
Sono nella tua testa gli dice la voce.
La cantina è buia, umida e fredda.
Oggetti di vario tipo sono abbandonati lungo i muri, consumati dal cancro del tempo.
Fa fatica a vedere, la piccola lampadina appesa al soffitto getta solo un piccolo cono di
luce fioca intorno a lui. Oltre cè il buio. E da lì che vengono i rumori.
La voce gli dice di ignorarli, ha un lavoro da fare.
Non ti distrarre gli sussurra quando scruta nelle tenebre che ammorbano la
cantina.
Ora cè un odore diverso nellaria viziata. Non è quello della polvere,
nemmeno quello del sangue che imbratta il tavolo sul quale sta lavorando. E
qualcosaltro che gli striscia nelle narici.
Si guarda intorno, ma il buio oltre la luce è impenetrabile, eppure i rumori vengono da
lì. Ora sono più forti, più vicini.
Non fermarti insiste la voce. Nella sua mente gli pare che un dito indichi il
lavoro incompleto.
Abbassa lo sguardo sul corpo orrendamente mutilato della ragazza disteso inerte sul
tavolo.
Il sangue ha formato una pozzanghera nella quale sguazzano i suoi piedi.
Guarda quegli occhi azzurri senza più luce dentro che lo fissano dalla testa infilzata su
di un picchetto appuntito.
Non ricorda quante ne ha uccise e sepolte in quella cantina. Non importa.
Lui le ama, tutte. E loro amano lui. Lo sa, glielo ha detto la voce.
Guarda ancora la testa della ragazza sorridendole. Cè amore in quel sorriso. Anche
la bocca di lei sorride.
Mani putrescenti escono dal buio afferrandogli le spalle.
Si divincola, corre verso la scala uscendo dalla luce.
Forse ci riesco pensa affannandosi con la serratura della porta, mentre da
sotto le dita gelide e fradice di tante ragazze gli artigliano le gambe trascinandolo nel
buio.
Resta con noi gli mormorano.
Sono nato a parma il 5 maggio 1968 sono sposato e ho un bimba di 2 anni, ho sempre avuto la passione per la lettura e la scrittura, ma per quanto rigurada quest'ultima, solo ultimamente mi ci sto dedicando assiduamente.