L'abbraccio

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

Al suono del campanello aprì la porta con un sorriso e invitò ad entrare l’uomo slacciandosi la cintura della vestaglia.
- Cazzo... - l'uomo esclamò guardando quel corpo statuario - spenderò bene i miei soldi stasera! -
La donna si distese sul letto e aprì leggermente le gambe in un invito superfluo.
Lui fu subito su di lei, sentendosi avvolgere da un'ondata di calore.
Lei gli avvolse le gambe intorno al corpo e strinse, l’abbracciò, inarcò la schiena: era eccitata. Le unghie gli graffiarono la schiena, penetrarono nella carne facendo colare delle stille di sangue sul lenzuolo. L'uomo non resistette: eiaculò ansimando.
Lei strinse ancora di più, lui si sentiva soffocare, tentò di sciogliersi dall'abbraccio senza riuscirci. Un piede dalle unghie laccate si allungò e, compiendo un anomalo tragitto, gli s’insinuò sotto il mento.
L'uomo, realizzando l'assurdità della situazione, iniziò a gridare.
Il sangue e le urla eccitarono la donna, gli infilò il piede in bocca, le mani si allungarono ulteriormente fino a ritrovarsi sul suo petto, salirono su fino alla gola attorcigliandocisi intorno.
L'uomo strabuzzò gli occhi, un filo di bava misto a sangue gli uscì dalla bocca spalancata, mentre si udiva il rumore sinistro delle costole spezzate. Tentò disperatamente di risucchiare aria senza riuscirci, agitò mani e piedi annaspando, poi quando ricadde inerte sul corpo della donna.
Gli umori si sparsero sulle lenzuola, la donna li leccò avidamente, l’indomani sarebbero venuti altri clienti: la sua bellezza li attirava sempre.
Svincolandosi dall’abbraccio mortale, spostò i resti, più tardi li avrebbe consumati con i suoi fratelli fino a ripulire tutto e nell’attesa avrebbe bevuto una bibita fresca. Languidamente allungò un braccio finché la sua mano trovò il frigorifero in cucina, il cibo non sarebbe mancato alla Razza, era anche piacevole ucciderli in quel modo, peccato solo che duravano così poco...

Pia Barletta