Lingue di
fuoco danzavano al ritmo della chitarra.
Come closer and see, see into the trees...
A forest. Carletto la cantava sempre ai falò.
Aldo ingollò lennesimo sorso di rosso, si levò e si diresse barcollante verso i
cespugli al margine della spiaggia.
Era intento a rubare scorci di luna piena attraverso i rami intrecciati mentre la vescica
si svuotava procurandogli un enorme sollievo, quando udì un lamento sommesso.
Aiuto.
Si sistemò le brache e seguì il richiamo. Appena fuori dalla sterpaglia la voce divenne
più acuta. Aldo avanzò. Dapprima i piedi sprofondarono nella sabbia molle, poi qualcosa
di solido, tondo come una palla, intralciò il suo cammino e lo mandò bocconi al suolo.
Aiuto. Questa volta il gemito si accompagnò a unalitata gelida che lo
investì in pieno volto.
Non un pallone, no. Quel che aveva di fronte era la testa di una donna che sporgeva appena
dal terreno. Aldo scrutò attonito quel viso cereo, gli occhi blu cerchiati di nero, il
rossetto vermiglio sbavato agli angoli della bocca. Dio se era bella!
Cosa ti hanno fatto? balbettò.
Tirami fuori, ti prego sussurrò lei.
Il ragazzo non ci pensò due volte. Strisciò in ginocchio e affondò le mani nella
sabbia.
Non ebbe il tempo di scavare che una forza sotterranea lo risucchiò verso il basso sorda
alle sue urla di terrore.
Man mano che il suolo lo inghiottiva, avvertì possenti artigli ghermirlo allaltezza
della vita. In pochi attimi si ritrovò sepolto anche lui, avvinghiato in un fatale
abbraccio.
Le labbra vermiglie si allargarono in un sorriso rivelando due canini affamati.
Grazie bisbigliò la donna, poi Aldo avvertì due lame affilate trafiggergli
il collo e si abbandonò alla notte.
In lontananza la chitarra ancora suonava.
Im running towards nothing, again and again, and again...