Sotto la sabbia

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

Lingue di fuoco danzavano al ritmo della chitarra.
“Come closer and see, see into the trees...”
A forest. Carletto la cantava sempre ai falò.
Aldo ingollò l’ennesimo sorso di rosso, si levò e si diresse barcollante verso i cespugli al margine della spiaggia.
Era intento a rubare scorci di luna piena attraverso i rami intrecciati mentre la vescica si svuotava procurandogli un enorme sollievo, quando udì un lamento sommesso.
“Aiuto”.
Si sistemò le brache e seguì il richiamo. Appena fuori dalla sterpaglia la voce divenne più acuta. Aldo avanzò. Dapprima i piedi sprofondarono nella sabbia molle, poi qualcosa di solido, tondo come una palla, intralciò il suo cammino e lo mandò bocconi al suolo.
“Aiuto”. Questa volta il gemito si accompagnò a un’alitata gelida che lo investì in pieno volto.

Non un pallone, no. Quel che aveva di fronte era la testa di una donna che sporgeva appena dal terreno. Aldo scrutò attonito quel viso cereo, gli occhi blu cerchiati di nero, il rossetto vermiglio sbavato agli angoli della bocca. Dio se era bella!
“Cosa ti hanno fatto?” balbettò.
“Tirami fuori, ti prego” sussurrò lei.
Il ragazzo non ci pensò due volte. Strisciò in ginocchio e affondò le mani nella sabbia.
Non ebbe il tempo di scavare che una forza sotterranea lo risucchiò verso il basso sorda alle sue urla di terrore.
Man mano che il suolo lo inghiottiva, avvertì possenti artigli ghermirlo all’altezza della vita. In pochi attimi si ritrovò sepolto anche lui, avvinghiato in un fatale abbraccio.
Le labbra vermiglie si allargarono in un sorriso rivelando due canini affamati.
“Grazie” bisbigliò la donna, poi Aldo avvertì due lame affilate trafiggergli il collo e si abbandonò alla notte.
In lontananza la chitarra ancora suonava.
“I’m running towards nothing, again and again, and again...”

Miriam Mastrovito